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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Droga, in 26 rischiano di finire sotto processo | I NOMI

Le richieste del pm della Dda Luigi Landolfi

Il pm della Dda di Napoli Luigi Landolfi ha chiesto il rinvio a giudizio per 26 imputati, accusati a vario titolo di associazione finalizzata allo spaccio di droga e di detenzione ai fini di spaccio.

Sono otto coloro che sono accusati di associazione: tra questi figurano Tommaso D’Angelo, 45enne di San Prisco, ritenuto il capo dell’organizzazione criminale. Rosario Palma, 46enne di Napoli, e Luigi Palma, 53enne di Marano, per la Procura erano i responsabili dell’approvvigionamento dell’hashish. Ewa Barbara Pondo, 37enne di origini polacche, era il custode della droga, mentre il 53enne di San Prisco Donato Di Caprio era il venditore.

Gli altri 18 imputati che rischiano di finire alla sbarra sono ritenuti responsabili esclusivamente del reato di detenzione ai fini di spaccio. Tra questi vi sono Valerio Vitiello, 32enne di Mignano Montelungo, Armando Fava, 32enne di Santa Maria Capua Vetere (collaboratore di giustizia), Francesco Ariosto, 24enne di Napoli, Silvia Basile, 39enne di Napoli, Raffaele Bervicato, 23enne di Acerra, Luigi Bucchignani, 40enne di San Giorgio a Cremano, Francesco Capasso, 24enne di Caivano, Carlo Celiento, 27enne di Caivano, Gaetano Crocetta, 42enne di Caserta, Alessandro Gagliardi, 44enne di Caserta, Agostino De Paris, 45 anni, Mirko Ferraro, 42 anni, Massimo Faella, 45enne di Teano, Carmela Liccardo, 43enne di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mazzi, 51enne di Napoli, Giovanni Mesolella, 30enne di Caianello, Tommaso Mesolella, 27enne di Caianello, Luigi Natale, 31enne di Napoli, Salvatore Natale, 53enne di Caivano, Rosa Romano, 41enen di Santa Maria Capua Vetere.

L’inchiesta aveva permesso di appurare come i luoghi di appuntamento a Santa Maria Capua Vetere e nella vicina San Prisco fossero piazza Mazzini, l'anfiteatro, la villa comunale, il liceo classico e le ''palazzine''. L'approvvigionamento, in particolare della cocaina, avveniva oltre che a Caivano, nella zona nota come "Parco Verde". anche nei comuni di Casal di Principe e di Orta di Atella, con diversi soggetti che si dividevano i ruoli di acquisto gestione e spaccio dello stupefacente.

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