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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Casal di Principe

False perizie mediche al boss, l'oculista di Setola rischia maxi condanna

Fronterré è accusato di essere al servizio del clan dei Casalesi. Al via le arringhe dei difensori

Volge alle battute finali il processo a carico dell'oculista Aldo Fronterré, accusato di aver prodotto false perizie che avrebbero consentito la fuga del boss Giuseppe Setola dalla clinica Maugeri di Pavia, e dello stesso capo dell'ala stragista del clan dei Casalesi.

Stamattina dinanzi al giudice Di Girolamo si è assistito alle arringhe dei difensori dei due imputati. Per Setola l'avvocato Paolo Di Furia ha sostenuto l'assoluzione ribadendo come il boss dei Casalesi non abbia potuto partecipare alla falsa perizia del medico né tantomeno alterare esami che sono stati strumentali. 

Diversa la posizione di Fronterré per il quale il difensore Coppola non solo ha sostenuto la veridicità clinica della diagnosi, il foro maculare ad un occhio, ma anche la mancata partecipazione (contestata dalla Procura) al clan dei Casalesi da parte del medico che non conosceva le dinamiche del sodalizio criminale. Inoltre, secondo la tesi difensiva, Setola, all'epoca della perizia del medico, non aveva un ruolo apicale all'interno del clan e quindi Fronterré non sarebbe potuto essere a conoscenza di chi avesse di fronte.

Ma così non la pensa la Procura - il pm Milita ha chiesto 16 anni a testa per i due imputati - che invece sostiene la piena partecipazione di Fronterré al clan dei Casalesi in quanto, in precedenza, avrebbe svolto lo stesso servizio per un altro boss, Enrico Martinelli. Inoltre dopo la fuga di Setola dalla clinica di Pavia è iniziata la stagione di sangue, con 18 morti e 9 feriti proprio per mano di Setola. 

Il processo si è riaggiornato alla fine di novembre per le repliche della pubblica accusa e la sentenza. 

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