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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Processo a Saviano, Salvini fuori dal processo. “Meloni non testimonierà”

Lo scrittore casertano: “Forse teme debolezza. Ridirei quello che ho detto”

Il giudice monocratico di Roma ha respinto la richiesta di Matteo Salvini di costituirsi parte civile nel processo che vede imputato Roberto Saviano, accusato di diffamazione nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il giudice ‘’non si può ritenere Salvini danneggiato dalla condotta che vede Meloni parte offesa e quindi non è ammissibile la costituzione di parte civile in questo procedimento’’. Accolta dunque la richiesta della difesa di Saviano, rappresentata dall’avvocato Antonio Nobile, secondo cui ‘’la richiesta di costituzione di parte civile del ministro Salvini non va ammessa, non avendo presentato querela è un soggetto estraneo rispetto all’imputazione così come formulata” ha detto in aula il difensore.

Saviano durante una puntata di ‘Piazzapulita’ su La7 a dicembre 2020 sul tema dei migranti si era riferito alla leader di Fratelli d'Italia chiamandola ‘bastarda'. L’indagine era stata avviata dopo una querela presentata da Meloni e nel novembre dello scorso anno il gup di Roma aveva disposto il rinvio a giudizio per lo scrittore. ‘’Questo non è un processetto, è un processo importante – ha affermato la difesa di Saviano - Se non chiariamo quale sono state le politiche sovraniste sui migranti non possiamo capire la natura del diritto di critica del mio assistito’’ ha aggiunto ribadendo la richiesta di ascoltare nel dibattimento tutti i testi citati, tra cui, lo stesso Salvini, l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il senatore Maurizio Gasparri, Oscar Camps il fondatore e presidente dell’Ong Open Arms e l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. Sulla lista testi della difesa il tribunale si è riservato di decidere se ascoltarli in aula e ha fissato per la prossima udienza, il 27 giugno, la testimonianza di Corrado Formigli e Riccardo Noury, presidente di Amnesty International Italia.

Sprezzante, come nella sua indole, il giornalista casertano ha commentato: ”Oggi è stata un’udienza importante: Matteo Salvini non sarà parte civile, probabilmente temeva di essere messo in ombra dal presidente Meloni e quindi è andato in rincorsa per cercare di partecipare a questo processo, ma lui non ci sarà. Altra questione importante è che Giorgia Meloni non sarà testimone in questo processo, è incredibile - ha continuato lo scrittore - non è stata chiamata dal pm né dalla parte civile e quindi io mi ritroverò a dover rispondere alle accuse senza la possibilità del confronto con il primo ministro che probabilmente teme una debolezza in questo processo". 

Saviano ha poi aggiunto che Meloni e Salvini "qualora ascoltati dovrebbero rispondere delle scelte politiche fatte in questi anni, che sono poi la materia del mio giudizio nei loro confronti. Io da scrittore rispondo delle mie parole, loro no". Inoltre - ha spiegato Saviano - "si sente un peso importante, che in quest’aula c’è da una parte lo scrittore e dall’altra il primo ministro. E quindi probabilmente si tende a tutelare la funzione del primo ministro. In quale altro processo chi presenta querela e si dichiara parte civile poi non viene sentito come testimone? Lo trovo singolare e sento una pressione enorme". Ed alla domanda se lo rifarebbe, ha replicato: “Assolutamente sì. Utilizzerei ancora quel termine dinanzi a quelle immagini con la morte di un bambino in mare”.

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