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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Mamma uccisa, in aula la “vecchia fiamma” del marito imputato

Ascoltati in aula quattro testimoni nel processo per omicidio

Quattro testimoni sono stati ascoltati oggi nel processo per l’omicidio di Katia Tondi, la giovane mamma uccisa il 20 luglio 2013 nella sua abitazione a San Tammaro. Sul banco dei testimoni è salita una ‘vecchia fiamma’ di Emilio Lavorerano, il marito accusato dell’omicidio della donna. La ragazza, residente a Caserta, ha raccontato di una frequentazione che ha avuto col ragazzo di Santa Maria Capua Vetere risalente ad oltre 15 anni fa, quando quest’ultimo era già fidanzato con Katia. Una storia tra ventenni che è stata poi chiusa dopo qualche mese proprio da Emilio che rivelò di essere fidanzato chiudendo la frequentazione. Dinanzi alla Corte d’Assise, al pubblico ministero Musto, agli avvocati Balletta Santoro per le parti civili ed al legale Natalina Mastellone per l'imputato, si è presentata poi un’amica della vicina di casa di Emilio e Katia, che ha raccontato del rapporto che lei aveva con la mamma del marito, che si è concluso proprio nelle settimane successive all’omicidio. Ma la testimone ha utilizzato parole dolci per la donna, dipingendola come una persona molto generosa e disponibile, che si preoccupava sempre per tutti. Poi è stata la volta di un’altra donna, residente nel parco dove è avvenuto l’omicidio. La sua testimonianza è risultata importante perché la donna ha asserito che, il giorno dell’omicidio, alle ore 18,30 sarebbe uscita di casa insieme al marito ed avrebbe notato la presenza verso l'uscita di due condomini non confermando, invece, la presenza di Emilio Lavoretano e del padre, così come aveva invece raccontato altri testimoni. Infine è stato ascoltato il titolare di una ricevitoria di Santa Maria Capua Vetere dove Emilio era solito giocare il 10eLotto che ha confermato come, nel giorno dell’omicidio, ili ragazzo si sia recato da lui per giocare una schedina. L’udienza è stata poi aggiornata e sarà interessante la deposizione di un collega di Lavorerano che sarà ascoltato su una telefonata fatta alle 18.39 del 20 luglio 2013, orario compreso nella fascia oraria in cui l’accusa ritiene che Katia sia stata ammazzata, cioè tra le 18 e le 19.

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