rotate-mobile
Cronaca Trentola-Ducenta

La latitanza, le minacce ed i favori per il ‘Jambo’: l’ex sindaco è un fiume in tribunale

"Nessuna fuga, la notte dell'operazione era a casa di una donna. Sono tornato dopo essermi ripreso da un'operazione"

"Non sono mai stato latitante la notte del mio arresto ero uscito a fare una visita notturna ad una donna. Mi ero operato da poco ed ero convalescente e volevo prendere una boccata d'aria. Mi sono costituito 9 giorni dopo solo perché ero convalescente per  l'operazione chirurgica subita". Sono state le dichiarazioni dell'ex primo cittadino di Trentola Ducenta Michele Griffo nel corso dell'udienza celebrata dinanzi alla Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (in composizione collegiale presieduta dal giudice Francesco Ciocia).

Il politico è finito sotto processo per la realizzazione e la gestione del centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta, per quale, sarebbe stato favorito il clan dei Casalesi (fazione Zagaria). Secondo la ricostruzione del Sostituto Procuratore della Dda di Napoli Maurizio Giordano il clan dei Casalesi aveva messo lo zampino nella realizzazione e gestione del centro commerciale Jambo e proprio l'amministrazione comunale guidata da Michele Griffo prima e quella successiva avevano favorito l'ampliamento della struttura che, in pochi anni, da piccolo centro commerciale divenne una delle più importanti strutture in Campania.

Un vero e proprio fiume in piena Michele Griffo che ha spiegato ai giudici la questione della sua 'latitanza' durata 9 giorni a seguito dell'ordinanza di custodia cautelare di cui era destinatario emessa dal gip del Tribunale di Napoli il 10 ottobre 2015. Una 'fuga' che fece molto scalpore e che ha, secondo il racconto dell’ex sindaco, il più classico dei retroscena: una notte di passione con una 'amica' dopo un delicato intervento chirurgico.

Un business commerciale riconducibile, per gli inquirenti, al boss Michele Zagaria. Legami a doppio filo su cui hanno reso dichiarazioni, tra gli altri, Nicola Schiavone (figlio di Francesco Sandokan Schiavone) e da Luigi Cassandra, ex assessore ai Lavori pubblici di Trentola Ducenta ed attuale collaboratore di giustizia. Sul conto di quest’ultimo, a cui Griffò revocò l’incarico da assessore poco prima che si schierasse con l’avversario politico Nicola Pagano, ha chiarito la natura dei rapporti tra i due conflittuali dagli albori. "Non ho mai ricevuto un euro da Cassandra.Si è preso i soldi da mezza Trentola ma di certo non da me" narrando di una minaccia posta in essere dal collaboratore di giustizia nei confronti di Griffo poiché questi rilasciasse un permesso a costruire per Cassandra.

L'ex primo cittadino ha poi apportato ulteriori specifiche sull'illegittimità di permessi a costruire e sui costi di urbanizzazione gonfiati per la ricostruzione della Dda. Griffo ha precisato che, secondo lui, i periti della Pubblica Accusa avrebbero errato sui calcoli dei costi di costruzione del Jambo, arrivando a dire che dovevano essere pagati 17 miliardi di vecchie lire per la realizzazione. In realtà, ha evidenzaito, non sarebbe un dato esatto giacché è stato applicato dai periti un computo moltiplicando i metri quadrati per i metri cubi. A conti corretti, ha aggiunto, Alessandro Falco (patron del Jambo) aveva pagato 3 miliardi e 900 milioni di lire ma avrebbe dovuto pagarne solo 3 miliardi e 300 milioni, di più di quanto avrebbe dovuto.

La disamina degli “errori di calcolo” di Griffo si è concentrata anche sul permesso a costruire per la realizzazione del McDonald’s, ritenendo che venne rilasciato dall'amministrazione Griffo un certificato di agibilità per il ristorante che non era poi stato realizzato all'epoca in quanto il permesso a costruire era decaduto. Il permesso, però, avrebbe riguardato anche la realizzazione di altre opere per le altri parti realizzate alle quali il certificato di agibilità era stato correttamente rilasciato dall'Ente. Così come “errori madornali” secondo l’ex sindaco di Trentola sarebbero stati evidenziati in merito alla realizzazione del  parcheggio multipiano che per i periti era di 4 livelli ritenendo che fossero 12000 metri quadrati e non di 3 livelli (un piano interrato e due fuori terra”.

Si torna in aula nella prima settimana di luglio per l'ammissione di nuove prove e per l'escussione di ulteriori testi. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Carlo De Stavola,Paolo Trofino, Giuseppe Stellato, Alfonso Forgiuele, Domenico Cesaro, Pasquale Davide De Marco, Claudio Botti, Alfredo Marrandino, Gerardo Tommasone, Giovanni Zara, Rosario Santella.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La latitanza, le minacce ed i favori per il ‘Jambo’: l’ex sindaco è un fiume in tribunale

CasertaNews è in caricamento