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Cronaca Casal di Principe

Appalti delle Ferrovie alle ditte in odore di camorra: in 59 sotto processo

Nove hanno scelto il rito abbreviato. Prima udienza a metà marzo

Sono 59 le persone rinviate a giudizio (in 9 hanno scelto il rito abbreviato) nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Rfi affidati a ditte legate al clan dei Casalesi che dovranno comparire dinanzi alla Prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in composizione collegiale presieduta dal giudice Francesco Ciocia la prima metà del mese di marzo.

Sono finiti sotto processo Pietro Andreozzi, 62 anni di Salerno; Bernardo Apicella, 38 anni di Casal di Principe; Dante Apicella, 66 anni di Casal di Principe; Pietro Apicella, 36 anni di Casal di Principe; Vincenzo Apicella, 71 anni di Casal di Principe; Konstandina Ekaterini Balanos Balanau, 67 anni di Roma; Luigi Belardo, 49 anni di Orta di Atella; Pierfrancesco Bellotti, 44 anni di Roma; Vincenzo Bove, 59 anni di Sant'Anastasia; Giuseppe Buonvino, 78 anni di Roma; Vincenzo Calà, 46 anni di Roma; Carmelo Caldieri, 55 anni di Giugliano in Campania; Stefania Caldieri, 54 anni di Napoli; Vincenzo Caldieri, 45 anni di Villaricca; Luca Caporaso, 46 anni di Giugliano in Campania; Daniela Coppola, 47 anni di San Cipriano d'Aversa; Antonio D'Abrosca, 66 anni di Grazzanise; Pasquale D'Abrosca, 37 anni di Grazzanise; Nicola D'Alessandro, 47 anni di Trentola Ducenta; Crescenzo De Vito, 43 anni di Giugliano; Simone Del Dottore, 39 anni di Pomezia; Giulio Del Vasto, 47 anni di Napoli; Umberto Di Girolamo, 56 anni di Marano; Gennaro Diana, 55 anni di Casal di Principe; Giancarlo Diana, 53 anni di Casal di Principe; Luigi Diana, 62 anni di Casal di Principe; Mario Diana, 59 anni di Casal di Principe; Salvatore Diana, 66 anni di Casal di Principe; Vincenzo Diana, 68 anni di Casal di Principe; Mattia Errico, 33 anni di Giugliano in Campania; Marco Falco, 69 anni di Rocca d'Evandro; Ciro Ferone, 58 anni di Afragola; Francesca Filosa, 43 anni di Giugliano; Mario Filosa, 71 anni di Giugliano; Luca Fontana, 40 anni di Casal di Principe; Giuseppe Fusco, 63 anni di Marigliano; Guido Giardino, 70 anni di Napoli; Augusto Gagliardo, 48 anni di San Cipriano d'Aversa; Paolo Grassi, 50 anni di Galbiate; Massimo Iorani, 59 anni di Roma; Leonardo Letizia, 48 anni di Casal di Principe; Leonardo Loiacono, 69 anni di Noicattaro (Bari); Luciano Loiacono, 36 anni di Noicattaro; Antonio Magliulo, 44 anni di Casal di Principe; Angelo Massaro, 48 anni di Casal di Principe; Luigi Palma, 32 anni di Giugliano; Fioravante Palmese, 40 anni di Casal di Principe; Raffaele Palmese, 44 anni di Casal di Principe; Carlo Pennino, 62 anni di Napoli; Antonio Petrillo, 49 anni di Casal di Principe; Luigi Petrillo, 56 anni di Casal di Principe; Claudio Puocci, 58 anni di Casal di Principe; Giuseppe Russo, 70 anni di Napoli; Luigi Russo, 47 anni di Casal di Principe; Fabio Salzillo, 41 anni di Casal di Principe; Francesco Salzillo, 46 anni di Casal di Principe; Debora Scacco, 51 anni di Cori (Latina); Luigi Scalzone, 35 anni di Casal di Principe; Luigi Schiavone, 55 anni di Casal di Principe; Nicola Schiavone, 68 anni di Casal di Principe detto 'o Munaciello; Vincenzo Schiavone, 58 anni di Casal di Principe, detto 'o Trick; Sabina Visone, 60 anni di Giugliano; Fioravante Zara, 59 anni di Casal di Principe; Mario Zara, 31 anni di Casal di Principe; Caterina Coppola, 53 anni di Telese; Francesco Chianese, 53 anni di Napoli; Matteo Casertano, 42 anni di Giugliano; Giuseppe Febbraio, 61 anni di Giugliano.

Le accuse vanno a vario titolo dall'associazione a delinquere di tipo mafioso, all'estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa ma anche rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini. 

Tre i filoni d'inchiesta finiti al centro dell'indagine della Dda di Napoli e della Dia. Uno riguarda le figure di Nicola e Vincenzo Schiavone. Per gli inquirenti, Nicola Schiavone - padrino di battesimo dell'omonimo figlio di Sandokan - sarebbe cresciuto da un punto di vista imprenditoriale grazie ad un patto stretto con il capoclan dei Casalesi. "Ha usato il lievito madre" di Sandokan, per dirla con le parole della moglie del boss Giuseppina Nappa. E gli affari sono cresciuti al punto che gli Schiavone sarebbero stati di casa nel palazzo di Rfi a Roma dove avrebbero ottenuto commesse in cambio di mazzette e regali, come la vacanza di lusso in costiera offerta all'ex dirigente Rfi Massimo Iorani.

I soldi sarebbero stati ripuliti attraverso un altro imprenditore, Dante Apicella, con cui le attività degli Schiavone si sarebbero incrociate. Emergono dalle indagini, infatti, fatture pagate ad Apicella dagli Schiavone attraverso società ritenute di comodo. Gli ulteriori accertamenti hanno fatto emergere le attività di Apicella, svolte anche attraverso una rete di prestanome, che ha sia continuato ad operare - nonostante la condanna nel processo Spartacus - nel settore degli investimenti e degli appalti sia a fungere da collettore - è questa la tesi della Dda - delle somme di denaro pagate dagli imprenditori avvantaggiati negli appalti grazie all'intervento del clan. 

Infine il terzo filone riguarda la rivelazione degli atti coperti da segreto e vede coinvolti il banchiere Francesco Chianese, l'imprenditore Crescenzo De Vito - socio di Nicola Schiavone - l'avvocato Matteo Casertano ed il maresciallo in servizio alla pg di Napoli Giuseppe Febbraio. 

Nel collegio difensivo, tra gli avvocati impegnati, Giovanni Esposito Fariello, Umberto Del Basso De Caro, Mirella Baldascino, Alfonso Furgiuele, Mario Griffo, Carlo De Stavola, Angelo Raucci, Antonio Ciliberti, Claudio Botti, Mauro Valentino, Ferdinando Letizia, Pasquale Diana, Giuseppe Stellato, Alessandro Ongaro, Antonio Cardillo, Domenico Caiazza, Fabio Segreti, Maddalena Russo, Gianluca Giordano, Carmine Speranza, Alfonso Quarto, Michele Coronella, Emilio Martino, Lia Colizzi, Carlo Madonna, Vincenzo Maiello, Lucio Cricrì, Michele Riggi.

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