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Venerdì, 22 Settembre 2023
Cronaca Pignataro Maggiore

Intercettazione svela l'estorsione del clan a titolare di imprese funebri

Nel processo ai fratelli Raffaele Antonio, Felicia e Pietro Ligato e a Fabio Papa

Spunta un'intercettazione in carcere che conferma un episodio estorsivo avvenuto ai danni di un titolare delle imprese funebri da parte del clan Ligato-Lubrano. È l'ennesimo colpo di scena nel processo a carico dei tre fratelli Ligato - Raffaele Antonio, Felicia, Pietro - e per Fabio Papa, accusati di estorsione, tentata estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico Lubrano-Ligato egemone nel comune di Pignataro Maggiore, celebratosi con rito abbreviato dinanzi al gup Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli.

Il Sostituto Procuratore Simona Belluccio della Dda di Napoli ha depositato una intercettazione avvenuta in carcere nel marzo 2023 tra Raffaele Antonio Ligato e sua moglie con riferimento all'episodio estorsivo addebitato agli imputati e sul quale ha anche reso delle dichiarazioni il figlio del defunto boss Vincenzo Lubrano, Gaetano Lubrano. Il figlio del boss ha riferito dei 'fraterni rapporti d'amicizia' tra il padre e la 'vittima' che duravano nel tempo. Una amicizia fraterna che si consolidò allorquando l'imprenditore funebre subì l'incendio della propria attività. In merito al rapporto dei cugini con la vittima non era sicuro che i congiunti avessero prestato all'amico di famiglia del denaro e a che titolo.

Si torna in aula la fine del mese di giugno per l'escussione di Marcello Barti e l'esame dell'imputato Pietro Ligato. Raffaele Antonio, Felicia e Pietro Ligato nonché Fabio Papa - assistiti dagli avvocati Carlo De Stavola, Emilio Martino, Marco Argirò - furono attinti da provvedimenti cautelari in carcere che hanno costituito il risultato di un’intensa attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli a firma del sostituto procuratore Simona Belluccio, furono avviate nel mese di agosto e condotte attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri a Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di 3000 euro mensili. Gli inquirenti hanno accertato, inoltre, il compimento di un’ulteriore presunta estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro.

Infine è stato documentato come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, operaio in una ditta di traslochi, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.

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