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Cronaca

Processo a don Livio: 13enne racconta gli abusi ai giudici

Nelle mani del pubblico ministero 40 pagine di messaggi whatsapp tra il ragazzino ed il prete

Faccia a faccia. Vittima e carnefice si sono ritrovati uno di fronte all'altro. Il 13enne, che avrebbe subito i presunti abusi da parte di don Livio Graziano - il sacerdote incardinato presso la diocesi di Aversa - ha raccontato la sua versione dei fatti nel corso dell'udienza del processo a carico del sacerdote, celebrata al tribunale di Avellino. 

Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Lucio Galeota, il 13enne ha ripercorso la vicenda fornendo tutte le delucidazioni sull'enorme messaggistica intercorsa con il prete dai contenuti piuttosto espliciti. L’avvocato del 13enne, Giovanni Falci, dichiara ad AvellinoToday che, all’interno delle oltre quaranta pagine di chat WhatsApp intercorsa tra il ragazzino e Don Livio, sia contenuta una spiegazione assolutamente genuina e lampante di quanto accaduto. Un racconto tormentato ma, senza ombra di dubbio, assolutamente coerente. Si torna in aula a inizio giugno quando prenderà la parola proprio don Livio. 

La vicenda giudiziaria prende le mosse dalla denuncia del padre del ragazzino, ospite della cooperativa di don Livio - per l’assistenza alle persone, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione - fino a giugno dell'anno scorso. Don Livio, come detto, è incardinato nella diocesi di Aversa. Dopo aver vissuto diverso tempo in ritiro spirituale presso il Santuario di Montevergine, il sacerdote ha realizzato, proprio nel capoluogo irpino, un ufficio di consulenza nutrizionista e successivamente ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni a pochi chilometri da Avellino. Per la sua “intensa attività sociale e umanitaria” a don Livio è stato assegnato nel 2014 a Benevento il premio “Padre Pio da Pietrelcina”.

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