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Cronaca Capodrise

In 15 rischiano il processo per i concorsi superati col trucco dell'algoritmo

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati

La Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 15 persone coinvolte nella maxi inchiesta sui concorsi truccati per entrare nelle forze dell’ordine. A rischio processo c’è Giuseppe Zarrillo, 54 anni originario di Marcianise, ma residente a Capodrise, attualmente ancora detenuto in carcere in attesa della decisone del Riesame (rappresentato dall’avvocato Federico Simoncelli); con lui sono coinvolti Fabio Ametrano, 44 anni; Angelo Annunziato, 40 anni; Ciro Auricchio, 27 anni; Stefano Cuomo, 44 anni; Rocco D’Amelia, 30 anni; Massimo Di Palma, 50 anni; Giuseppe Claudio Fastampa, 55 anni (rappresentato dall’avvocato Pasquale Delisati); Ciro Fiore, 70 anni; Domenico Fiume, 60 anni; Francesco Interra, 28 anni; Luigi Masiello, 68 anni; Raffaele Russo, 50 anni; Claudio Testa, 51 anni; Sabato Vacchiano, 38 anni. 

L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e altri gravi reati commessi in relazione alle procedure afferenti il reclutamento di 2.013 Volontari in Ferma prefissata quadriennale per il 2016 nelle Forze Armate, articolato in due immissioni. In particolare, le attività investigative hanno fatto emergere l’ideazione da parte di Claudio Testa (ingegnere informatico e responsabile della IRP Srl, società incaricata di predisporre i questionari della prova scritta di cultura generale prevista dalla menzionata procedura reclutativa) e di Stefano Cuomo (Capo di 1^ classe, della Capitaneria di Porto) di un articolato meccanismo fraudolento.

Il funzionamento di tale meccanismo, divulgato a terzi dallo stesso Cuomo unitamente a Fabio Ametrano (militare della marina militare), dietro corrispettivo, alcuni giorni prima dell’inizio della prova selettiva in parola e oggetto di successiva compravendita da parte di alcuni personaggi-chiave coinvolti a vario titolo nell’indagine, operanti talora attraverso lo schermo di scuole di formazione (tra cui Auricchio, D’Amelia, Fastampa, Fiore, Masiello, Russo, Vacchiano e Zarrillo), ha consentito a un numero cospicuo di concorrenti (sia della prima che della seconda immissione) di superare la prova di cultura generale; esso consisteva in due stratagemmi: un vero e proprio “algoritmo”, applicabile alla maggior parte dei quesiti somministrati e consistente in una combinazione di 4 componenti numeriche da sommare tra loro, il cui risultato totale serviva a individuare, tra le possibili risposte, quella esatta; una dispensa o pandetta recante, per le materie non coperte dal citato “algoritmo”, un estratto della banca dati pubblica, compendiante un numero limitato di quesiti identici o comunque analoghi a quelli destinati a comporre i questionari da somministrare.

Grazie al materiale illecito di cui hanno avuto la disponibilità la quasi totalità dei concorrenti emersi nel corso delle indagini che ha sostenuto la prova scritta sino al 5 luglio 2016 è riuscita a superare la prova selettiva. Avendo ottenuto l’idoneità nelle successive fasi concorsuali, 43 di tali concorrenti sono stati inseriti nelle graduatorie di merito delle singole Forze Armate; di costoro, 39 sono stati utilmente collocati tra i vincitori di concorso (30 per l’Esercito, 5 per l’Aeronautica Militare, 4 per Marina Militare e Capitaneria di porto). Il trucco è stato svelato grazie alla denuncia di un concorrente di Caserta che ha deciso di svelare tutta l'illegalità che si celava dietro la preparazione di questi concorsi.

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