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Cronaca Capua

Camorra, i giudici non credono a Zagaria: l'ex sindaco Antropoli assolto dall'accusa più infamante

I giudici ribaltano tutte le accuse. Stessa sorte anche per Marco Ricci e Guido Taglialatela

Nessun concorso esterno al clan dei Casalesi. La Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatello, ha assolto dall'accusa di aver favorito la fazione di Michele Zagaria l'ex sindaco di Capua Carmine Antropoli e gli altri due amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela. 

Antropoli e Ricci hanno, però, incassato una pena a un anno e 8 mesi per violenza privata relativamente all'episodio dello schiaffo dato da Francesco Zagaria a Giuseppe Di Lillo per fargli ritirare la candidatura. Episodio avvenuto nello studio medico di Carmine Antropoli e per favorire la candidatura di Marco Ricci. Pena sospesa per il solo Armando Porciello a cui sono stati inflitti 1 anno e 1 mese per lo stesso episodio. Hanno retto, dunque, le tesi dei difensori degli imputati: gli avvocati Mauro Iodice, Vincenzo Maiello, Gerardo Marrocco (difensore di Taglialatela unico completamente assolto dalle accuse), Guglielmo Ventrone, Lorenzo Caruso e Giuseppe Stellato.

I giudici non hanno ritenuto credibile il racconto del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio 'e Brezza, imprenditore vicino a Michele Zagaria ed accusato anche del duplice omicidio Caterino-De Falco. Zagaria ha incassato 17 anni e 6 mesi complessivi, di cui 9 mesi per la vicenda dello schiaffo (la Procura aveva chiesto 8 anni e 6 mesi). A Zagaria sono state comunque concesse le attenuanti per la sua collaborazione con la giustizia.

Crolla, dunque, il castello accusatorio che nel febbraio del 2019 aveva portato all'arresto del chirurgo ex primo cittadino di Capua. Un impianto che aveva trovato proprio nelle dichiarazioni di Zagaria - diventato collaboratore di giustizia dopo essere già colpito dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere - una sponda tesa a confermare il presunto condizionamento della criminalità organizzata nella competizione elettorale del 2016 (poi perse dalla coalizione guidata da Giuseppe Chillemi, non indagato, sostenuto proprio da Antropoli). Accuse per le quali il pm Maurizio Giordano aveva invocato pene pesantissime: 10 anni sia per Antropoli che per Ricci.

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