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Cronaca

Morti d'amianto, troppi non ricordo dagli operai della Firema

Si conclude la lista dei testimoni della Procura ma le falle nella ricostruzione fanno vacillare le accuse

Tanti non ricordo. Addirittura il dubbio sul periodo in cui avrebbe lavorato a contatto con l'amianto. Un contatto che gli avrebbe provocato, secondo la Procura, un ispessimento pleurico ma non è chiaro se la patologia gli sia stata diagnosticato prima o dopo il periodo di lavoro in Firema. Con una testimonianza che poco ha aggiunto in termini di "verità" si è conclusa la lista dei testimoni della Procura nel processo a carico degli ex amministratori delegati della Firema, Mario e Giovanni Fiore, ed agli altri ex dirigenti Enzo Ianuario, Maurizio Russo, Giovanni Iardino, Giuseppe Ricci e Carlo Regazzoni, accusati di omicidio colposo di 19 lavoratori mentre l'accusa di lesioni è stata stralciata. 

Il processo - che si sta celebrando dinanzi al giudice Riello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - riprenderà a fine gennaio quando le parti civili indicheranno eventuali testimoni, poi si passerà all'esame degli imputati. Nel processo sono impegnati tra gli altri gli avvocati Giuseppe Stellato, Gennaro Ciero ed Umberto Pappadia. Molti lavoratori o loro eredi e la Cgil si sono costituiti parte civile con gli avvocati Domenico Cannavacciuolo e Sergio Tessitore.

Gli imputati erano usciti indenni, per prescrizione o assoluzione, dal primo processo, in cui la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Poi il pm Giacomo Urbano ha aperto una seconda indagine, contestando però l’omicidio colposo; una strategia che ricorda quella seguita dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alla vicenda dell’Eternit.

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