Della sanità politicizzata ne abbiamo davvero fin sopra i capelli. E lo diciamo a gran voce, perché in un territorio come la regione Campania, ed in particolare nella provincia di Caserta, dove ogni giorno siamo raggiunti da notizie di giovani ragazzi morti per tumori, leucemie et similia, di tutto abbiamo bisogno, ma non di fare campagna elettorale sulla prevenzione.

Non ce ne vorranno i rappresentati di Campania Libera di Aversa, che prendiamo ad esempio, perché ultima e palese manifestazione di iniziativa da bocciare. Non è una questione personale, ma generale. Quello che hanno fatto Rosario Capasso ed i suoi amici di movimento ad Aversa, piantando le bandiere di partito davanti al camper organizzato dall’Asl di Caserta per la campagna di screening dei tumori alla mammella, al colon retto ed al collo dell’utero va oltre il semplice ritorno politico.

Si è davvero superato il limite della decenza: ci vorrebbe una nuova etica morale che ci permettesse di ‘sperare’ che quantomeno la salute, diritto sancito dalla Costituzione italiana, non venga fatta oggetto di mercimonio politico. Ma la foto pubblicata su Facebook testimonia che così non è. Si dà l’idea (ed immaginiamo vivamente che non sia così) che la prevenzione sia opera di questo o quel partito o movimento.

Eppure la stessa Asl Caserta, sul suo sito, specifica: “Lo screening è un'azione di sanità pubblica con la quale popolazione sana di un determinato territorio in età giudicata a rischio è sistematicamente invitata dalla propria azienda sanitaria a sottoporsi gratuitamente ad esami preventivi (mammografia, pap-test e ricerca del sangue occulto fecale). L'obiettivo è individuare la malattia tumorale quando è all'inizio e non dà disturbi o addirittura, come per il Pap-test, prima che si sviluppi il tumore vero e proprio”. Sanità pubblica, non pubblicizzata dal partito.