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Cronaca Aversa

Avvocato in compagnia di camorristi, negato il rinnovo del porto d’armi

La sentenza del Tar dopo l’istruttoria della polizia e la decisione della Questura di Caserta

"Controllato dalle forze dell’ordine in varie circostanze in compagnia di soggetti con gravi precedenti penali e di polizia, anche di natura camorristica". Per questo motivo la Questura di Caserta gli ha negato il porto d'armi per uso sportivo. Un cittadino ha presentato ricorso al Tar contro la Questura dopo "l’istruttoria effettuata dal Commissariato di Polizia di Aversa". La cosa interessante è che il ricorrente è un avvocato e quindi si tratterebbe di "frequentazioni occasionali" e quali non sarebbero "da sole idonee a fondare il giudizio di inaffidabilità reso dall’Autorità di Polizia di Stato".

Secondo il giudice del Tar, Pierluigi Russo, "il ricorso è infondato". Perché "il potere riconosciuto al Questore in materia di porto di armi è connotato da elevata discrezionalità, in considerazione dei rischi di commissione di illeciti connessi al possesso delle stesse. Ne consegue che il diniego della licenza di porto d’armi o la revoca del titolo non richiedono un oggettivo ed accertato abuso delle armi, essendo sufficiente che il soggetto non dia affidamento di non abusarne, sulla base del prudente apprezzamento di tutte le circostanze di fatto rilevanti nella concreta fattispecie da parte dell'Autorità amministrativa". Si tratta, dunque, di un giudizio prognostico che ben può essere basato su "elementi anche soltanto di carattere indiziario, stante il potenziale pericolo per la sicurezza pubblica rappresentato dalla possibilità di utilizzo delle armi possedute".

Ma poi entrando nel merito "il ricorrente non ha contestato le segnalate frequentazioni con soggetti pericolosi annoveranti gravi pregiudizi penali, riferiti a reati di particolare allarme sociale anche in materia di associazione camorristica, assumendone genericamente il carattere episodico, che invece è smentito dall’istruttoria effettuata dal Commissariato di Polizia di Aversa". Quindi "a avviso del Collegio, trattasi di elementi fattuali che, per il loro carattere non episodico e per il contesto territoriale di riferimento, assumono indubbiamente rilevanza nell’ambito del complessivo giudizio rimesso alle cure delle autorità di polizia, risultando affatto irragionevole dedurre indici di pericolosità circa il possibile abuso delle armi dai ripetuti contatti con ambienti malavitosi intrattenuti attraverso soggetti pregiudicati per gravi reati".

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