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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Carinola

Poliziotto penitenziario aggredito da un detenuto

A denunciarlo è il sindacato Sappe. L'agente è finito in ospedale

Un agente di Polizia Penitenziaria nel carcere di Carinola è stato aggredito da un detenuto affetto da disturbi psichici. A denunciarlo è il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe).

“Un detenuto, affetto da disturbo borderline di personalità, dopo aver parlato con l'addetto all'ufficio Matricola circa la richiesta di un permesso di necessità, si è rifiutato di rientrare nella propria cella, pretendendo di restare libero. Nonostante i vari solleciti di rientro, da parte del personale di Polizia Penitenziaria, l’uomo ha continuato ad opporre resistenza ed improvvisamente ha colpito un Assistente Capo con un oggetto contundente, di un certo peso, alla mandibola. L’agente è stato immediatamente accompagnato in infermeria e successivamente presso il vicino presidio ospedaliero per le dovute cure”, ha spiegato il segretario campano del Sappe Tiziana Guacci. “Lo stesso detenuto –ha aggiunto -  aveva già nei giorni precedenti, precisamente mercoledì 8 marzo e giovedì 9 marzo, posto in essere comportamenti volti a minare l'ordine e la sicurezza interna dell'istituto. Da tempo il Sappe contesta al Provveditorato della regione Campania i ritardi nei trasferimenti dei detenuti facinorosi e autori di comportamenti violenti ed aggressivi nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, nonché la mancata assegnazione dei detenuti con problemi psichiatrici presso le idonee strutture”.

Solidarietà agli agenti di Carinola è arrivata anche dal segretari generale del Sappe, Donato Capece: “Le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.

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