rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Pizzo pagato con mozzarelle e accordo con i Belforte: i retroscena sul nuovo gruppo dei Casalesi

Sono 22 le persone indagate nella maxi inchiesta dei carabinieri che ha portato a 10 arresti

Asse tra i Casalesi ed i Belforte di Marcianise per il recupero di una caparra versata da un imprenditore per l'acquisto di un capannone a Marcianise. Emerge dall'inchiesta dei carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Casal di Principe che alle prime luci dell'alba hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone (5 in carcere e 5 ai domiciliari), emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, accusate di estorsione con il metodo mafioso. Nel complesso sono 22 le persone indagate. 

I ruoli

Le indagini, che hanno coperto un periodo tra agosto 2017 a gennaio 2018, hanno svelato l'esistenza di un gruppo criminale guidato da Mario De Luca, 54enne, da suo fratello Antonio, 46 anni e finito ai domiciliari, e da Mario Raffaele De Luca, 42enne cugino degli altri due e figlio di Giancarlo De Luca, esponente di spicco del gruppo Bidognetti. Nomi che, soprattutto nell'area dell'agro aversano (tra Casal di Principe, Frignano, San Cipriano d'Aversa e Teverola), facevano tremare i polsi alle vittime. Così si presentavano nelle attività per chiedere la tangente per i carcerati o gli amici di Casale ma anche facendo esplicitamente nomi dei boss degli Zagaria o degli Iovine ma anche elementi appartenenti a cosche criminali della vicina Sant'Antimo. 

L'accordo con i Belforte

Dalle pieghe dell'ordinanza di custodia cautelare è emerso anche una sorta di accordo con i Belforte. La vicenda riguarda la compravendita di un capannone industriale di Marcianise per cui un imprenditore, anche lui indagato a piede libero, aveva già versato la caparra. Non essendo più interessato all'affare investe Mario De Luca, 54enne ed elemento di spicco del clan dei Casalesi essendo referente del boss, oggi collaboratore di giustizia, Antonio Iovine, per il recupero dei crediti. Essendo una zona al di fuori della 'competenza territoriale dei Casalesi', in quanto sotto l'egemonia criminale dei Belforte, De Luca avrebbe a sua volta contattato Camillo Belforte, classe '95, ed Achille Piccolo, vicini ai Mazzacane ed entrambi indagati a piede libero. Il venditore del capannone venne così convocato al cospetto dei clan per la trattativa per il recupero dei crediti che comunque non andò a buon fine. 

Il recupero crediti

Sarebbero almeno sei le estorsioni consumate, prevalentemente nel settore del recupero crediti. In pratica imprenditori si rivolgevano al clan per recuperare somme dai propri debitori. In un caso al titolare di un opificio sono stati danneggiati con una mazza da baseball alcuni macchinari. 

Il pizzo delle mozzarelle

Nel mirino del gruppo 'De Luca' erano finiti anche un minimarket ed un caseificio della zona dell'agro aversano. Non potendo far fronte alle richieste estorsive avrebbero versato agli esattori del clan generi alimentari e beni di conforto tra cui buste di mozzarella. E' questo uno degli aspetti che maggiormente ha colpito gli inquirenti. Per mesi quotidianamente la spesa veniva fatta spendendo il nome dei Casalesi con un danno economico enorme e non quantificato per le vittime. Va detto che nessuno ha denunciato il racket. 

Il cavallo di ritorno

Ma per la nuova cosca tutto faceva brodo. Dalle indagini è emersa anche un'estorsione con il metodo cosiddetto del 'cavallo di ritorno'. Alcuni degli esponenti sarebbero venuti a conoscenza di un'auto rubata in un centro commerciale e si sarebbero introdotti nella trattativa per il recupero del veicolo e la restituzione alla vittima previo pagamento di un riscatto. 

Un gruppo autonomo

Le indagini non hanno fatto luce sui contatti effettivi con il clan dei Casalesi. Non si sa, infatti, se i soldi incassati poi siano effettivamente stati destinati per il mantenimento delle famiglie dei detenuti o se una quota fosse stata elargita per la cassa comune del clan. 

I soldi e gli accertamenti

Nel corso delle perquisizioni, sono stati rinvenuti oltre 16mila euro, in banconote di vario taglio, all'interno della cassaforte presente nella casa di uno degli indagati destinatari del provvedimento cautelare. L'indagato non ha saputo fornire giustificazioni delle somme che ora sono nelle mani dell'autorità inquirente per i dovuti accertamenti. Verifiche, infine, sono in corso con l'Inps anche per stabilire se qualcuno degli indagati percepisse sussidi da parte dell'Ente previdenziale.

I nomi

Indagati sottoposti alla custodia cautelare in carcere

1 BARBATO Antonio, nato a Caserta il 19/04/1976;

2 DE LUCA Mario nato a Casal di Principe il 17/03/1969

3 DE LUCA Mario Raffaele nato a Caserta il 18/11/1981

4 CHIAROLANZA Vincenzo, nato a Villa Literno (CE) il 18/11/1966;

5 IMPROTA Giovanni, nato a Teverola, il 27/02/1973;

Indagati sottoposti agli arresti domiciliari

6 CHIACCHIO ANTONIO, nato a Caserta il 12/09/1971;

7 DE LUCA Antonio nato a Casal di Principe il 29/01/1977

8 LUCCA Carmine nato ad Aversa il 31/07/1970

9 PALUMBO Antonio nato a Capua il 08/01/1987

10 PAVONE Alessandro nato a Aversa il 30/09/1987

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizzo pagato con mozzarelle e accordo con i Belforte: i retroscena sul nuovo gruppo dei Casalesi

CasertaNews è in caricamento