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Cronaca Marcianise

Permessi illegali all'Interporto, il dirigente si difende: "Ho agito in buona fede"

Spasiano ha sostenuto la validità del provvedimento del commissario Reppucci. Barletta risponde alle domande e ribadisce l'inutilizzabilità degli atti

Avrebbe agito in buona fede, convinto che il provvedimento del commissario Reppucci, poi ratificato dalla giunta, avesse carattere deliberativo e che non fosse, come era, una mera presa d'atto. E' quanto ha sostenuto il dirigente del Comune di Marcianise Gennaro Spasiano che stamattina si è presentato in tribunale per l'interrogatorio di garanzia

Spasiano, accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Andrea Piccolo e Domenico Pigrini, ha risposto alle domande del gip Orazio Rossi del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e provato a chiarire la sua posizione in merito all'inchiesta sui permessi, ritenuti dalla Procura illeciti, all'Interporto Sud Europa per la quale è finito ai domiciliari venerdì scorso. 

Il dirigente dell'Ente di piazza Umberto I si è difeso sostenendo di aver agito nella convinzione che l'atto del commissario, validato dalla giunta (sono indagati anche il sindaco Antonello Velardi e tutto il suo primo esecutivo) fosse valido ed adottato con i poteri del consiglio comunale. Di lì la sua decisione di procedere con il rilascio dei 3 permessi a costruire finiti nel mirino della Finanza. 

Hanno risposto alle domande del magistrato, respingendo le accuse, anche il patron dell'Ise Giuseppe Barletta ed Antonio Campolattano, difesi dall'avvocato Mauro Iodice. Il legale di Barletta ha reiterato la memoria difensiva sull'inutilizzabilità degli atti in quanto non ci sarebbe stata una proroga delle indagini preliminari, come già avvenuto per l'inchiesta "The Family", su episodi di bancarotta fraudolenta, di cui questa indagine costituisce la naturale prosecuzione. 

Si è difeso anche Nicola Berti, sottoposto all'obbligo di dimora, amministratore della società "Residenza dei Borboni", difeso dall'avvocato Barletta. 

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