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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pentito, Zagaria voleva uccidere ex sindaco Casapesenna. La solidarietà del Comitato don Peppe Diana

Casapesenna - Nell'aprile del 2009 il boss dei Casalesi Michele Zagaria ordinò l'uccisione, con un finto incidente stradale, di Giovanni Zara, ex sindaco fino a poche settimane prima di Casapesenna (Caserta), paese natale del capoclan e luogo in...

Nell'aprile del 2009 il boss dei Casalesi Michele Zagaria ordinò l'uccisione, con un finto incidente stradale, di Giovanni Zara, ex sindaco fino a poche settimane prima di Casapesenna (Caserta), paese natale del capoclan e luogo in cui il boss ha trascorso gran parte della sua lunga latitanza. A raccontare la vicenda, che non fu portato a termine, ma che si concretizzò anche in un sopralluogo dei killer presso l'abitazione di Zara, è Michele Barone, fedelissimo del boss oggi collaboratore di giustizia. Il finto incidente non andò in porto anche perché il sindaco pronunciò un discorso anti camorra in Consiglio comunale. A questo punto, ucciderlo, sarebbe stato azzardato per la camorra che non voleva accendere i riflettori su Casapesenna. Il verbale di interrogatorio è stato depositato dai pm Maresca e Giordano della Dda di Napoli al processo in corso a Santa Maria Capua Vetere in cui sono imputati Michele Zagaria e l'ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria, ritenuto agli ordini del boss.

Il Comitato don Peppe Diana ed il coordinamento provinciale casertano di Libera esprimono piena solidarietà e vicinanza all’ex sindaco di Casapesenna Giovanni Zara che, come si è appreso oggi nell’ambito del processo che lo vede parte offesa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, era stato designato come bersaglio di un progetto criminale da parte del clan dei Casalesi. Michele Zagaria quando era latitante, come riferito dal collaboratore di giustizia Michele Barone, aveva dato mandato di un attentato ai danni di Zara, senza escluderne l’uccisione. L’intenzione del clan dei Casalesi di uccidere Zara testimonia la sua azione dalla schiena dritta ed il suo modello di integrità e di sana politica. Zara, come rivelano i fatti di cronaca ha rischiato la vita per affermare legalità e giustizia. Il Comitato don Peppe Diana, costituito parte civile nel procedimento giudiziario gli esprime al fianco di Libera, convinta gratitudine per il suo impegno civile profuso in un momento molto difficile per la storia di questo territorio.

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