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Cronaca Cesa

Pentito credibile su due omicidi di camorra: i ras restano in cella

Per la Cassazione le dichiarazioni di Scarano sono veritiere, confermate le accuse ai Mazzara

Per la Cassazione il collaboratore di giustizia Tammaro Scarano è credibile. Nel giorno in cui i giudici di Napoli hanno deciso di sentire i carabinieri per vagliare le dichiarazioni del pentito - in particolare quelle relative all'auto usata dal commando per commettere gli omicidi di Michele Caterino e di Cesario Ferriero - la suprema corte ha reso note le motivazioni con cui sono stati respinti i ricorsi di Giovanni e Nicola Mazzara, entrambi di Cesa, accusati di quei delitti avvenuti nell'ambito tra il gruppo dei Mazzara e quello dei Caterino per il predominio criminale nella zona cesana.

Per i giudici il "contributo fornito da Scarano, esponendosi critiche sempre puramente assertive, si intende sminuire la rilevanza dei riscontri esterni in ordine al fatto così come narrato dal collaboratore, ma non si considera che le pertinenti emergenze risultano rappresentare a conferma della chiamata in correità sotto il profilo che precede la verifica del riscontro "individualizzante", valendo per quest'ultimo invece le convergenti accuse de relato" formulate da un altro collaboratore di giustizia. Con questa motivazione la Cassazione ha rigettato i ricorsi e confermato l'ordinanza di custodia cautelare a carico dei Mazzara per i quali il pm della Dda ha invocato l'ergastolo per i due omicidi.

Ma la difesa degli imputati ha dalla sua il rinvenimento di un'auto bruciata, nei giorni successivi all'uccisione di Caterino, in un luogo diverso (in realtà anche la stessa vettura sarebbe differente) rispetto a quello indicato da Scarano nelle sue propalazioni.  

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