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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mondragone

Mazzette per 'chiudere un occhio'. Il pentito: "Così non avevamo problemi"

Iavarazzo fa il nome di un dipendente Anas: "Pagavamo piccole tangenti..."

Mazzette per chiudere un occhio e non verificare quali impianti pubblicitari venissero installati sull'Asse Mediano e se ci fossero eventuali irregolarità.

Lo ha riferito il collaboratore di giustizia Mario Iavarazzo nel corso dell'interrogatorio reso nel luglio del 2020 e finito negli atti del processo a carico di diversi imputati tra cui Armando Aprile, di San Marcellino, storico imprenditore nel settore delle affissioni, sul monopolio dei cartelloni da parte del clan dei Casalesi.

Iavarazzo, nel fornire alcune spiegazioni sui controlli disposti dall'Anas a Mondragone, spiega: "Aprile doveva installare un impianto di grandi dimensioni 12x6 a Mondragone. Noi in genere non avevamo problemi con l'Anas nei nostri territori" grazie ad un impiegato dell'Anas (il cui nome Iavarazzo lo ha fatto ma è ancora secretato dagli inquirenti della Dda).

E la natura dei rapporti con l'impiegato erano economici. "Pagavamo piccole tangenti agli addetti dell'ente che chiudevano un occhio sulle irregolarità", ha precisato il collaboratore di giustizia.

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