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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Maddaloni

11 ARRESTI Il pentito: "I soldi della droga investiti nelle slot"

Michele Farina delinea il business dei Marciano: "Mandavamo i nostri affiliati nei bar per imporre i videopoker"

Un affare della famiglia Marciano quello dell'imposizione dei videopoker nel maddalonese. Un business suffragato dall'appoggio del clan Belforte, egemone nella zona, e che ha le sue radici dagli anni '90, "quando c'era ancora la lira", riferiscono i collaboratori di giustizia, avviato dal capostipite Vincenzo Marciano (unico indagato a piede libero nell'inchiesta che ha portato oggi a 11 arresti).

I SOLDI DELLA DROGA INVESTITI NEI VIDEOPOKER

Un legame, quello tra Vincenzo Marciano, detto "cerritano", ed il clan dei Belforte che viene raccontato dai collaboratori di giustizia ed in particolare da Antonio Farina, al vertice del clan maddalonese fino al suo arresto nel 2006 e ritenuto dagli inquirenti l'anello di congiunzione tra il sodalizio operante su Maddaloni ed il clan dei Casalesi. Secondo le rivelazioni di Farina siamo tra il 1991 ed il 1992 quando Vincenzo Marciano "ci propose di poterlo appoggiare nell'attività di imposizione dei videopoker, assicurandoci una quota dei proventi. Marciano è sempre stato un trafficante di droga, che acquistava a Napoli ed Acerra.

Per quello che so, rivendendola poi a Maddaloni. I proventi dell'attività di spaccio della droga a Maddaloni venivano poi investiti nell'acquisto di depositi ed appartamenti (come il deposito di Maddaloni, nei pressi del concessionario di motocicli, che non credo sia intestato a lui) e in questa attività di noleggio delle macchinette videopoker. So che ha anche acquistato due o tre appartamenti, facendone uno solo, nei pressi del distributore di benzina dell'AGIP al centro di Maddaloni. Lui stesso mi ha riferito di aver effettuato questi investimenti. La notizia mi è stata anche confermata dal titolare di un'agenzia immobiliare il quale si era rivolto a me in quanto il Marciano non aveva voluto fargli alcun regalo per la mediazione nell'acquisto dell'immobile".

IL BUSINESS DI MARCIANO

Secondo il collaboratore di giustizia "Marciano distribuisce i videopoker a Maddaloni ma anche a Napoli, dove so che ha degli amici "all'AcquaFlash ". A Maddaloni ha gestito l'attività sempre con l'appoggio del clan. Tale appoggio consisteva nel fatto che noi mandavamo i nostri affiliati - come Nicola Loffredo, Rosario Campana, Nicola Martino, Andrea De Matteo (non indagati nda) ed altri - presso i vari bar ai cui titolari veniva imposto di rivolgersi al Marciano e di noleggiare da lui dei videopoker. Ricordo che presso taluni bar mandammo via un altro noleggiatore di videopoker, proprio per non ostacolare il monopolio di Marciano". Servizi per i quali il clan veniva ricompensato con "una percentuale sugli introiti" delle macchinette imposte.

UN AFFARE DI FAMIGLIA

Ma l'attività di Vincenzo Marciano era un vero e proprio business di famiglia. "All'attività collaborano anche i figli di Marciano - prosegue Farina - i quali sono consapevoli che la loro attività è gestita con l'appoggio del clan e che a noi viene versata una percentuale sui guadagni. Uno di questi, Pasquale, è stato anche cresimato dalla mia convivente. In ogni caso, quando c'era bisogno del nostro intervento, Vincenzo Marciano mandava ifigli a casa mia per riferirmi i fatti. I figli di Marciano che partecipano all'attività del padre ed erano in contatto con il clan sono: Pasquale, Giuseppe, Michele, Alberto" Marciano.

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