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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Casapesenna

Pasticcerie e bische di Zagaria: chieste due condanne

Il pm ha invocato 12 anni per Santoro e 10 anni e 9 mesi per Fontana. Richiesta di assoluzione per Nusher

Dodici anni per Giuseppe Santoro, 51 anni di San Cipriano d'Aversa, e 10 anni e 9 mesi per Pasquale Fontana, 47 anni di Casapesenna. Questa la richiesta del pm della Dda Maurizio Giordano nel corso della sua requisitoria nel processo, che si sta celebrando con rito abbreviato dinanzi al gup Cervo di Napoli, sulla rete di appoggi su cui poteva contare il boss Michele Zagaria.

Attualmente Santoro si trova agli arresti domiciliari fuori regione mentre Fontana Pasquale è libero in quanto vide annullarsi l'ordinanza di custodia cautelare dal tribunale del Riesame. Nel corso della sua requisitoria il pm Giordano ha chiesto anche l'assoluzione per Daniele Cipriano Nusher, 31 anni di Caserta, e accusato di intestazione fittizia di beni. Il processo riprenderà a fine mese quando ci saranno le arringhe dei difensori, gli avvocati Vittorio Giaquinto, Emilio Martino, Guido Diana e Gaetano Anastasio. 

L’attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ha permesso di svelare la partecipazione attiva del clan dei Casalesi, in particolare della fazione Zagaria, in importanti settori dell'imprenditoria, tra cui diverse pasticcerie, e in particolare, nella collocazione sul Territorio Nazionale di pasticcerie, rivelando sia il tentativo di infiltrazione nel tessuto economico-sociale dell’Emilia Romagna da parte di imprese nate e operanti in territorio campano, sia l’intestazione fittizia delle stesse a soggetti ritenuti gravitanti nell’orbita del predetto aggregato camorristico.

L’indagine, condotta con l’ausilio di attività tecniche di intercettazione, sia telefoniche che ambientali, corroborate da dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia sull’argomento, ha consentito di accertare che gli indagati organizzavano incontri riservati con Michele Zagaria e con altri affiliati al fine di pianificare le attività del clan e che Giuseppe Santoro, oltre ad ospitare Zagaria nella propria abitazione e in quella di suoi stretti familiari, metteva a disposizione di diversi affiliati la pasticceria “Butterfly” di Casapesenna per la consegna di ‘pizzini’ da destinare al capo clan durante la sua latitanza.

Fontana, invece, è accusato di aver gestito alcuni punti scommesse tra Casepesenna e San Marcellino versando al clan Zagaria gli introiti. 

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