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Cronaca

Tangenti per il parcheggio nel cuore di Caserta: chieste 3 condanne

Chiesto il rinvio a giudizio per 4 imputati, stralciata la posizione di altri due

Tre richieste di condanna, quattro di rinvio a giudizio e due posizioni stralciate in quanto in quarantena per Covid. E' quanto accaduto nel corso dell'udienza preliminare sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi, in particolare del gruppo guidato dal boss Michele Zagaria, nel parcheggio di via San Carlo a Caserta. 

La Dda ha invocato 5 anni a testa per Vincenzo Sagliocchi e Raffaela Passarelli, rispettivamente figlio e moglie di Michele Patrizio Sagliocchi (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed amministratore di fatto delle società che si sono succedute nella costruzione del centralissimo parcheggio interrato su tre piani). Chiesti quattro anni, invece, per il promotore finanziario Emilio Bilotta di Ariano Irpino. Le loro posizioni verranno definite a metà aprile. 

Per Michele Patrizio Sagliocchi, Fabio Fontana, 47enne di Casapesenna, e Teresa Capaldo, 44enne di Casapesenna, e lo stesso Michele Zagaria la Dda ha chiesto il processo. Mentre sono state temporaneamente stralciate le posizioni del dirigente comunale Franco Biondi e dell'architetto Carmine Domenico Nocera che non hanno potuto prendere parte all'udienza. Le posizioni degli indagati che hanno scelto per il rito ordinario verranno trattate a metà marzo. Nel corso dell'udienza hanno anche discusso gli avvocati Giovanni Cantelli, Guido Diana ed Alfonso Quarto che hanno invocato sentenza di non luogo a procedere. Tra i difensori sono impegnati anche gli avvocati Alfonso Stile, Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Luigi Tuccillo, Michele Di Fraia e Paolo Di Furia. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dai pm della Dda Alessandro D'Alessio e Fabrizio Vanorio, l'imprenditore Sagliocchi, amministratore di fatto delle società che si sono succedute nella costruzione del centralissimo parcheggio interrato su tre piani, avrebbe complessivamente corrisposto, a titolo corruttivo, 200.000 euro in contanti agli architetti e all'ex dirigente del settore urbanistico del Comune (nella vicenda corruttiva venne coinvolto anche l'ex assessore Giuseppe Greco la cui posizione è stata archiviata) per agevolare il rilascio del permesso a costruire e degli altri atti connessi e susseguenti, nonché per evitare controlli sul cantiere da parte delle autorità preposte.

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