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Cronaca

"Il parcheggiatore abusivo non è pericoloso": il giudice lo salva dopo 31 sanzioni

Ha violato il foglio di via nei comuni dove esercita la sua attività: arriva il 'no' all'obbligo di dimora

L'attività di parcheggiatore abusivo non basta a considerare una persona pericolosa socialmente. E' questo il senso di una sentenza della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha rigettato l'istanza di applicazione dell'obbligo di dimora nel comune di residenza, per due anni, formulata dalla Procura.

Il caso finito davanti ai giudici (presidente Massimo Urbano, a latere Giovanni D'Onofrio e Francesco Balato) è quello di Arnaldo Abbruzzese, 35 anni di Caserta e residente a San Marco Evangelista, noto parcheggiatore abusivo che esercita la propria attività tra la zona del Palazzo della Salute, nell'area ex Saint Gobain, e quella dei luoghi di aggregazione serali, come via GM Bosco o la Flora.

Alla base della richiesta della Procura sammaritana la presunta "pericolosità" di Abbruzzese, fondata su condanne riportate in passato (per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale) e soprattutto su 31 violazioni (con annessi procedimenti) del foglio di via obbligatorio dai Comuni dove si recava per esercitare l'attività di parcheggiatore abusivo. Condotte che potrebbero far ipotizzare un'elevata probabilità nella commissione di reati contro la sicurezza o tranquillità pubblica.

Per i giudici, però, le condanne riportate in passato o le più recenti violazioni non sono sufficienti dal far ritenere "altamente probabile" la possibilità di commissione di reati che "offendono o mettono in pericolo l'integrità fisicao o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica".

Abbruzzese, difeso dall'avvocato Daniele Delle Femmine, per quanto "insensibile ai valori dell'ordinamento", al quale risulta "indifferente", non è da considerarsi socialmente pericoloso. "Ci si trova di fronte - scrivono i giudici - a un parcheggiatore abusivo la cui biografia - salvi episodi remoti - si compone soltanto di presenze nel comune (sia pure vietate) per l'esercizio della sua attività, quan'anche abusiva" per cui "è impossibile pronosticare che porrà in essere, con elevata probabilità, condotte lesive o idonee a mettere in pericolo la tranquillità pubblica ovvero la sicurezza pubblica". 

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