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Cronaca Casal di Principe

Riecco l'incubo degli abbattimenti: "L'emergenza Covid è finita, tornano le ruspe"

Il sindaco di Casal di Principe costretto a firmare un'ordinanza: la casa è abitata da una famiglia

Torna l’incubo degli abbattimenti a Casal di Principe. Sono ritornate - con prepotenza - le ordinanze di demolizione firmata dai dirigenti del Comune guidato dal sindaco Renato Natale. L’ultimo provvedimento è quello firmato dal responsabile del settore Urbanistica, Alessandro Cirillo, che ha dato 90 giorni alla proprietaria di un intero immobile realizzato in zona agricola, e non rientrante nemmeno nei ‘canoni’ di un possibile ricorso in sanatoria. Si tratta di un fabbricato dislocato tra piano terra e piano seminterrato, di un fabbricato situato al piano primo, attualmente finito ed abitato ma anche di un muro di cintache delimita il lotto di terreno. Entro 90 giorni o si abbatteranno gli abusi oppure i proprietari dovranno decidere di appellarsi al Tar della Campania o al Consiglio di Stato. Se comunque ci dovesse essere inottemperanza l’Ente potrebbe anche intervenire in danno della famiglia. 

Solamente pochi giorni fa è stata abbattuta anche una casa tra Aversa e Gricignano di Aversa. Anche in quella occasione non sono mancate le polemiche con il sindaco di Aversa che è stato costretto a fare chiarezza anche sulle decisioni del tribunale e soprattutto a far rilevare che il procedimento fosse datato alcuni decenni fa. Insomma un dramma che chiaramente tocca in maniera forte tutto l'agro aversano ma in generale tutta la Campania e l'Italia. 

Perché stanno ritornando queste demolizioni? Perché non ci sono più i motivi legati al lockdown messo in campo per contrastare la pandemia Covid-19, che hanno fermato gli ordini di demolizione delle abitazioni abusivamente costruite. Per la Cassazione gli abbattimenti possono riprendere: “Non sussistono allo stato ragioni ostative all’operatività della sanzione amministrativa accessoria”. A rilanciare la ripresa della lotta alle costruzioni ‘selvagge’, sono stati gli ‘ermellini’ nel verdetto che ha respinto il ricorso di una donna 54enne di Pozzuoli che ha invocato il Covid per non rispettare l’ordine di abbattere la casa delle vacanze costruita a Bacoli senza permesso. Per quanto riguarda il riferimento “all’asserita rilevanza dell’emergenza sanitaria ricollegabile al Covid 19, deve parimenti escludersi - scrive la Cassazione - che la stessa giustifichi la revoca dell’ordine di demolizione, posto che, terminata la fase contingente del ‘lockdown’ e della conseguente obbligatoria presenza in casa, non sussistono allo stato ragioni ostative alla operatività della sanzione amministrativa accessoria”. L’unica cosa che può fermare ruspe e mazze ferrate, ora che la fase sanitaria emergenziale è alle spalle, spiegano gli ‘ermellini’, sono solo “le condizioni di salute dell’occupante l’immobile”. 

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