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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Casagiove

Sindaco ucciso, spunta l'intercettazione della moglie del brigadiere: "Faccio i nomi di tutti"

Il retroscena contenuto nel decreto di perquisizione a carico di 9 indagati: "Faceva parte della squadra"

"Glieli vado a fare io i nomi. Se è così, io parlo". Così la moglie dell'ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, indagato per l'omicidio del sindaco di Pollica-Acciaroli Angelo Vassallo, già finito nel mirino degli inquirenti nel 2018 per il delitto del sindaco pescatore. 

L'intercettazione ambientale - riferiscono i colleghi di SalernoToday - è stata inserita nel decreto di perquisizione a carico di 9 indagati, tra cui anche il colonnello Fabio Cagnazzo, originario di Aversa. La consorte di Cioffi, parlando con la sorella, era preoccupata del fatto che solo il marito fosse stato indagato nel 2018.

"Ce l'hai detto che lui era della squadra?" chiede la sorella, ricevendo come risposta: "Glieli vado a fare io i nomi. Se è così, io parlo". Secondo la Dda di Salerno dalle intercettazioni in questione "si ricava l'intenzione della donna, qualora il marito fosse stato effettivamente coinvolto nelle indagini sull'omicidio, di fornire agli organi investigativi i nomi di tutti i carabinieri della 'squadra' che in quelle contingenze temporali erano stati ad Acciaroli e di disvelarne lei stessa - qualora non l'avesse fatto il marito - il loro coinvolgimento nei fatti che, in quel momento, sembravano essere contestati solo a Cioffi".   

I pm della Dda di Salerno, nel provvedimento, evidenziano come il delitto di Angelo Vassallo "sia stato posto in essere per impedirgli di rivelare quanto aveva appreso circa il coinvolgimento di soggetti, da lui individuati, in un traffico di stupefacenti che coinvolgeva il porto di Acciaroli, luogo di approdo di gommoni che scaricavano la droga". Per gli inquirenti, "appare pacifico che alla fine del mese di agosto 2010 il sindaco Vassallo avesse iniziato una personale attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti in Acciaroli e che, evidentemente non fidandosi del locale presidio dei carabinieri, avesse coinvolto in questa attività alcune unità della polizia municipale, cui aveva affidato servizi di appostamento sul porticciolo per cercare di individuare i gommoni che portavano lo stupefacente sulla terraferma - si legge nel provvedimento - e quanto scoperto aveva provocato all'amministratore un forte senso di delusione oltre che forti timori per la propria incolumità".

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