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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Mamma uccisa, la perizia smonta la tesi ‘auto-accusatoria’ del marito

Secondo l'esperto della Corte di Assise Lavoretano non avrebbe detto "Sono stato io" durante la telefonata al 113

Disse 'Sta tutta nera' e non 'Sono stato io'. E' questa la conclusione alla quale è giunto il perito della Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere analizzando l'audio della telefonata che Emilio Lavoretano, l'ex gommista accusato del delitto di Katia Tondi fece al 113 quando rinvenne il cadavere della moglie. La donna, madre di un bambino, fu trovata strangolata proprio dal marito, nel 2013 nell'appartamento al Parco Laurus di San Tammaro. 

La perizia è stata depositata oggi a seguito della richiesta, da parte del pubblico ministero, di analizzare la telefonata effettuata da Lavoretano al 113, nel corso della quale - secondo un servizio della trasmissione televisiva Quarto Grado - l'uomo avrebbe detto 'Sono stato io'. 

La perizia fonica ha sconfessato però questa tesi mediatica. Lavoretano, peraltro, già nel corso dei primi interrogatori agli inquirenti parlò del corpo della donna diventato scuro, un evento che si verifica per morte da soffocamento. 

Il consulente della Corte Roberto Porto si è detto certo della ricostruzione, la stessa alla quale è giunto anche il perito di parte della difesa Pietro Izzo. Il pubblico ministero e l’avocato delle parti civili hanno chiesto anche di ascoltare nuovamente in aula la telefonata, ma c’è stata l’opposizione dell’avvocato difensore Natalina Mastellone, con l’ingegnere Porto che ha sottolineato come l’acustica della Corte d’Assise non fosse il massimo per la ricostruzione.

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