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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Teano

Omicidio Mollicone, l’ex di Marco: “Non ero con lui quella mattina. Mi chiese di mentire…”

Laura Ricci ha disposto in aula: “Io ero a scuola. Forse voleva nascondere che fosse con Serena”

"La mattina che Serena è morta Marco non era con me". Lo ha riferito ai giudici della Corte d'Assise di Cassino Laura Ricci, l'ex fidanzata di Marco Mottola. Dopo la scomparsa di Serena Mollicone, Mottola, figlio del maresciallo della stazione di Arce Franco Mottola (di Teano ed anche lui imputato), aveva cercato di costruirsi un alibi credibile. Agli inquirenti riferì che lui quel giorno era con la fidanzata che però oggi, a distanza di 20 anni, lo smentisce.

"Ero a scuola" ha detto alla corte, con la voce tremante per la tensione. "Quando venne chiamato dalla polizia che indagava sulla scomparsa di Serena Mollicone (Marco nda) rispose che la mattina in cui lei è scomparsa, era insieme a me. Ma io ero a scuola. Mi chiamò per chiedermi di confermare ma quando poi sono stata chiamata in Questura a Frosinone per un confronto ho detto la verità: io quella mattina non ero con lui in piazza. Forse ha mentito per nascondere il fatto che fosse con Serena".

La donna ha raccontato della sua storia con Marco Mottola, iniziata nel 2002. "Mi ha conquistata con un mazzo di 50 rose che mi ha inviato nel giorno del mio compleanno, nonostate fossi fidanzata. I fiori erano senza biglietto ma io ho capito che poteva averle inviate lui e l'ho chiamato. Ci siamo messi insieme qualche tempo dopo". Poi quando tornò a Teano insieme ai genitori la storia finì. Interrogata dai pubblici ministeri Maria Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco la donna ha anche confermato che Marco Mottola facesse uso di stupefacenti al punto che "spesso aveva gli occhi rossi".

L'udienza è poi proseguita con la deposizione di altri testimoni tra cui Giuseppe D'Ammasso che, durante gli interrogatori a cui è stato sottoposto negli anni passati, aveva riferito di un violento litigio avvenuto tra Marco Mottola e Serena Mollicone qualche giorno prima della sua morte. In aula, davanti alla Corte ed agli imputati, l'uomo è caduto più volte in contraddizione costellando la deposizione di 'non ricordo, forse e mi sembra' che hanno indotto il presidente della Corte d'Assise, il dottor Massimo Capurso a domandare se 'fosse stato avvicinato o intimidito da quacuno'.

L'udienza di quest'ultimo venerdì di settembre è iniziata con la deposizione del perito fonico incaricato di trascrivere i colloqui registrati tra il brigadiere morto suicida Santino Tuzi e l'oggi imputato, Vincenzo Quatrale, ex vice comandante della stazione dei Carabinieri di Arce. La perizia non è stata però completata per la difficoltà nella traduzione di alcuni passaggi. Quindi l'ascolto dei dialoghi tra i due carabinieri è stato rinviato al 12 novembre prossimo. Si torna in aula a inizio ottobre.

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