Omicidio, Guarente chiede l'abbreviato. Fissata la prima udienza

Luglio. Un mese che sembra essere una costante e che lega in uno strano intreccio i destini di vittima e carnefice, quelli di Vincenzo Ruggiero, il 25enne di Parete ucciso e fatto a pezzi, e del suo assassino Ciro Guarente. 

Era il 7 luglio del 2017 quando il giovane venne ammazzato dall'ex cuoco dell'Aeronautica Militare in un appartamento di Aversa. Fu un raptus di gelosia per la convivenza tra Vincenzo, attivista per i diritti gay, e la trans Heven Grimaldi, ex fidanzata proprio di Guarente. Almeno questa la pista seguita dagli inquirenti fino a quando il difensore di Guarente, l'avvocato Dario Cuomo, ha depositato in Procura un fascicolo contenente una verità agghiacciante: Guarente sarebbe stato abusato da un prete in gioventù. Un trauma che spiegherebbe - almeno da un punto di vista psichiatrico - la violenza efferata con cui venne commesso l'omicidio. Dopo il delitto, infatti, Guarente tentò di far sparire Ruggiero, con il corpo fatto a pezzi e sciolto nell'acido muriatico e rinvenuto in un garage di Ponticelli solo un mese dopo. 

A distanza di un anno, dopo tutti gli esami disposti dalla Procura, la salma sta per essere restituita alla famiglia. E proprio il prossimo 2 luglio si celebreranno i funerali di Vincenzo, un anno dopo la sua tragica scomparsa.

Ma c'è un filo che lega, come detto, due destini. Sempre a luglio, precisamente l'11, prenderà il via il processo a carico di Guarente, reo confesso dell'omicidio, che ha scelto il rito abbreviato. Una scelta con la quale Guarente spera se non nella riduzione di pena (difficile vista l'efferatezza del delitto) almeno nell'evitare l'isolamento diurno in carcere.

Intanto l'ex cuoco ha chiesto nuovamente di essere interrogato dal pm Petronella della Procura di Napoli Nord. Intende dare un contributo investigativo e probabilmente fare i nomi di chi lo ha aiutato. La vicenda a distanza di un anno, da luglio a luglio, sembra essere ancora tinta di giallo.