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Cronaca Parete

Giustizia per Vincenzo: ergastolo definitivo per il killer Guarente

La Corte di Cassazione ha decretato il fine pena mai per il cuoco accusato di aver ucciso e fatto a pezzi l'attivista Lgbt di Parete

Fine pena mai. La Corte di Cassazione conferma l'ergastolo per Ciro Guarente, l'ex cuoco dipendente della Marina Militare, accusato di aver ucciso e poi fatto a pezzi Vincenzo Ruggiero, l'attivista Lgbt di Parete. 

La sentenza è stata pronunciata dopo una camera di consiglio lunga oltre 48 ore dopo le discussioni al Palazzaccio. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dal legale di Guarente, l'avvocato Dario Cuomo, che aveva chiesto la revoca dell'isolamento diurno (che avrebbe inciso anche sulla pena). Istanza a cui si sono opposti il Procuratore Generale ed il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Luca Cerchia, che avevano invocato la conferma della doppia sentenza (prima del giudice di Napoli Nord e poi della Corte d'Appello di Napoli) di ergastolo. Così è stato. 

L'omicidio di Vincenzo Ruggiero fu particolarmente efferato. La sera del 7 luglio del 2017 Guarente si presentò nell’appartamento di Aversa dove Vincenzo abitava con la bella trans Heven Grimaldi (legata da una relazione proprio a Guarente) per un chiarimento. Ne nacque una lite che culminò con l'omicidio del ragazzo.

Fu allora che il delitto diventò una mostruosità. Guarente pensò ad un piano per far sembrare quello di Vincenzo un “allontanamento volontario”. Poi, il 29 luglio, il macabro ritrovamento dei resti di Ruggiero, che aveva appena 25 anni, in un garage di via Scarpetta a Ponticelli, una volta adibito ad autolavaggio. Il cadavere era stato sezionato, cosparso di acido muriatico e in parte occultato sotto uno strato di cemento fresco. Guarente confessò il delitto. 

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