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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Pastorano

Ucciso con 30 coltellate la sera di Pasqua: "C'era sangue ovunque"

Dalla chiamata al 112 alla scoperta del corpo. La ricostruzione dei carabinieri sul delitto grazie alle telecamere

I carabinieri svelano i dettagli dell'efferato omicidio di Pavlo Zapprozhets, 47enne ucraino ucciso con 30 coltellate la sera di Pasqua (17 aprile 2022) all'interno di un container in un fondo presso il New Village Dog, in località Canale a Pastorano. E' quanto accaduto nel corso dell'udienza celebratasi dinanzi alla Corte d'Assise, presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Alessandro De Santis, nel processo a carico di Ihor Varvarchyn, 49enne ucraino, accusato del delitto dell'amico e connazionale.

I due carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Capua - escussi dal Sostituto Procuratore Valentina Bifulco - hanno fornito dettagli su quella terribile notte. La chiamata in centrale operativa provenne da una donna, accertata essere la proprietaria del ricovero per cani. I militari giunti presso il fondo su cui insisteva il New Village Dog trovarono la proprietaria del canile, la socia e l'imputato col volto tumefatto e con i vestiti sporchi di sangue. All'interno del container dove viveva Ihor Varvachyn, in quanto custode del canile, giaceva senza vita il corpo dell'amico e connazionale Pavlo Zapprozhets.

C'era sangue ovunque, hanno riferito i militari in aula. Un elettrodomestico all'interno del container ne era intriso tanto da riuscire a stento a scorgerne le parti metalliche. Il corpo della vittima giaceva in posizione prona in una pozza di sangue martoriato da circa 30 coltellate che perlopiù si concentravano al torace e all'addome. Riportava anche una profonda e vistosa ferita alla testa. L'imputato ferito venne trasportato presso il presidio ospedaliero di Sessa Aurunca dove ricevette 20 giorni di prognosi.

Avviate le indagini i carabinieri passarono al setaccio il luogo teatro del sanguinario delitto avvalendosi del supporto dei colleghi della scientifica del comando provinciale casertano. Vennero poi acquisiti dei filmati delle telecamere di sorveglianza di una società privata che puntavano sulla stradina sterrata unico accesso al fondo delimitato da una sbarra in ferro. Dai fotogrammi acquisiti i militari accertarono la presenza della vittima e dell'imputato nonché della compagna dell'imputato che lasciò il luogo del delitto prima che si compisse l'omicidio. La donna infatti venne accompagnata all'esterno del fondo in un piazzale dove poi venne prelevata dal datore di lavoro ed i due amici fecero ritorno nel fondo a bordo di una Nissan Serena ritrovata poi in prossimità del container.  

L'arco temporale in cui si consumò il sanguinario delitto andava dalle 20,40 alle 21,40. La chiamata giunse al 112 verso le 22. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri i due connazionali avevano deciso di festeggiare insieme Pasqua proprio nel container  dove Ihor Varvarchyn viveva in qualità di custode del canile. Complice l'alcol presumibilmente riemersero vecchi rancori e tra i due nacque un diverbio degenerato nel sangue.

Pavlo venne prima tramortito con una padellata alla testa da Ihor, cadde a terra e mentre era in posizione prona venne colpito da 30 fendenti con un coltello da cucina con lama monotagliente da 10 centimetri su tutto il corpo. I fendenti si concentrarono all'addome e al torace. Alcune coltellate provocarono la lesione del lobo inferiore del polmone sinistro e la lesione della parete cardiaca in corrispondenza del ventricolo sinistro. Lesioni quest'ultime che provocarono alla vittima uno shock ipovolemico di natura emorragica che portò ad una insufficienza cardiaca acuta e ciò ne determinò il decesso. Si torna in aula nel mese di marzo per l'escussione di ulteriori testi di polizia giudiziaria che condussero le indagini.

I familiari della vittima costituitisi parti civili sono difesi dagli avvocati Francesco Parente e Debora De Maio. L'imputato è difeso dall'avvocato Giulia Tescione.

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