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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Dragoni

Omicidio Ottaviani. Dallo sfratto all'ultimo avvistamento: gli indizi che hanno portato agli arresti

La Procura voleva archiviare per ben 2 volte l'indagine, ma il gip l'ha fermata. Venerdì l'interrogatorio di Carini

Un’indagine che per ben due volte la Procura voleva archiviare ma che, in altrettanti occasioni, ha visto il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere accogliere l’opposizione della famiglia di Sandro Ottaviani, l’imprenditore scomparso nel nulla nell’aprile del 2008, di cui è stata dichiarata la “morte presunta” nel 2020 con sentenza del tribunale.

Dalla scomparsa dell’imprenditore di Dragoni sono trascorsi 14 anni, in cui le figlie e la moglie non hanno mai smesso di cercare la verità su quello che è poi diventato un caso di “lupara bianca”, visto che il corpo del congiunto non è stato mai ritrovato.

Fin dall’inizio le indagini erano state indirizzate su Alfredo Carini, il titolare di una officina meccanica realizzata in un immobile di proprietà della famiglia Ottaviani. Diversi indizi, ma mai nessuna prova concreta che lo confermasse.

Del resto, Carini era stata l’ultima persona a vedere l’imprenditore poi scomparso nel nulla: avevano un appuntamento per cercare di definire la vendita del capannone che, 24 ore dopo la scomparsa, sarebbe stato oggetto di sfratto forzato. C’era il momento, dunque: i soldi che Carini avrebbe dovuto consegnare ad Ottaviani. Fin dall’inizio, però, è sempre mancata la prova principale: il corpo dell’imprenditore, che non è stato mai trovato.

Neanche le ricerche coi cani hanno dato esito positivo, ma le indagini sono continuate tramite la comparazione delle celle telefoniche (attestanti la presenza dell’indagato in una determinata zona), i racconti di alcuni testimoni ed anche delle dichiarazioni (ritenute ‘false’ dal gip) effettuate da Carini agli inquirenti.

Secondo la ricostruzione della Procura, avallata dal gip, Carini sarebbe l’autore dell’omicidio di Sandro Ottaviani, il cui corpo sarebbe stato nascosto nelle montagne matesine. Lo avrebbe aiutato Antonio Cataldo Russo, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari (a causa dell’età, essendo ultrasettantenne).

Venerdì il principale indagato sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia. Accompagnato dall’avvocato di fiducia Paolo Falco potrà decidere di rispondere alle domande che il magistrato ed il gip che ha firmato il suo arresto decideranno di porgli. Oppure potrebbe scegliere la via del silenzio. Per ora resta in carcere, in attesa di ulteriori sviluppi.

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