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Cronaca

Ucciso a 18 anni, il Comitato: "Nostro allarme inascoltato". I commercianti: "Non scaricare colpe sui locali"

La presidente Di Costanzo interviene sulla tragedia di piazza Correra: "Consiglio comunale non ha affrontato la questione". Fiorillo e Russo difendono i baretti e chiedono controlli

Sembra essere la cronaca di una morte annunciata quella del 18enne Gennaro Leone, ucciso da una coltellata che gli ha reciso la femorale dopo una lite avvenuta in piazzetta Correra, in pieno centro di Caserta. 

Solo una settimana fa coltelli in strada

Solo una settimana fa, il Comitato di Vivibilità Cittadina aveva denunciato la presenza di giovani armati di coltello in giro per le strade del Capoluogo. Sono stati chiesti controlli, sia dal sodalizio sia dagli stessi commercianti, ma nulla. Fino a quando il morto ci è scappato davvero. "Il Comitato per la vivibilità cittadina è a lutto e saremo presenti ai funerali di Gennaro per portare alla famiglia la nostra vicinanza - dichiara Rosi Di Costanzo, presidente del sodalizio che da anni si batte contro la ‘malamovida’ - Gennaro è come mio figlio che sabato sera ho cercato di tenere lontano dal centro di Caserta dopo l’incontro che l’altro mio figlio aveva avuto, una settimana prima, con una babygang armata di coltelli. Non siamo stupiti di fronte a questa vergogna che si è abbattuta sulla nostra piccola città. Era, purtroppo, prevedibile e da tempo il nostro comitato sta lanciando l’allarme".

Consiglio comunale ha rifiutato di affrontare il problema

Di Costanzo ricorda come "abbiamo sempre trovato la disponibilità del sindaco Marino ad ascoltarci ma è stato il consiglio comunale, i consiglieri di maggioranza e opposizione, a rifiutarsi di affrontare il problema a 360 gradi. Doveva essere la politica di impulso al cambiamento, a percorsi giovanili alternativi alla ‘vita da bar’. E chi doveva attuare il cambiamento, i consiglieri comunali che sono soci dei locali e quelli che stanno trascorrendo le loro giornate a ‘fare i voti’ davanti ai bar? Oppure i candidati sindaco che fanno la campagna elettorale nei locali della Movida senza aver speso, in questi anni, una parola per difendere i diritti dei residenti? L’unica risposta credibile a questo dramma è, innanzitutto, quello di garantire la presenza dello Stato per tamponare l’emergenza ed evitare nuove violenze, e poi quello di costruire un’alternativa educativa, sociale ed economica alle ‘cattive abitudini’ attualmente esistenti in città".

Confesercenti: "Non scaricare su locali colpe non loro"

Ma non solo il Comitato. Anche gli esercenti sono preoccupati per quanto accaduto. "Noi siamo per la Movida fatta per bene, in sicurezza - ha dichiarato Ivan Fiorillo, rappresentante dei Pubblici Esercizi di Confesercenti - E' un problema di sicurezza, mancano pattuglie in strada e non si può scaricare la responsabilità sui locali. Quanto accaduto danneggia in primo luogo i gestori dei locali che hanno investito in quelle zone".

Confcommercio: "Controlli non bastano. Alzare qualità della Movida"

"Molti già evitano quelle strade proprio perché sono spesso teatro di risse ed episodi poco decorosi - dice il presidente provinciale della Fipe Giuseppe Russo - Servono maggiori controlli, con presidi fissi nei principali crocevia della Movida, da via Ferrante, a piazza Dante e via Vico". Per Russo, però, il modello Movida va rivisto: "Si sono date decine di licenze per una sola tipologia di locale - rivela - Chi aveva altri tipi di attività, come ad esempio la ristorazione, ha lasciato le strade della movida per spostarsi altrove. Ed ora sono rimasti tanti locali che danno alcol a pochi euro spesso anche a minorenni. A questo servono i controlli che possono essere una soluzione a breve termine ma bisogna alzare la qualità della movida se si vuole risolvere il problema". 

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