rotate-mobile
Cronaca Teano

Omicidio Mollicone, i primi sospetti su Mottola e la falsa pista del carrozziere

Un investigatore della polizia racconta le indagini ai giudici dell'Assise: "Cercavamo un ragazzo biondo, poi carabinieri e Procura ci fermarono"

Una pista, quella del coinvolgimento di Marco Mottola nell'uccisione di Serena Mollicone, che viene seguita in prima battuta dagli investigatori dell'Uacv della Polizia di Stato arrivati in supporto dei Carabinieri. 

Lo riferiscono i colleghi di FrosinoneToday. "Venimmo a sapere che la titolare di un bar aveva visto Serena Mollicone discutere con un giovane biondo - ha riferito l'ex investigatore Giuseppe Pizzo all'epoca componente della squadra antimostro e oggi collaboratore di Chi l'ha visto -. Per questo mi recai dalla donna alla quale mostrammo una foto del funerale di Serena dove alcuni giovani erano attorno alla bara bianca e lei, indicando Marco Mottola, ci chiese chi fosse. Non le dissi chi era”.  

Le ricerche in quei giorni si indirizzarono anche verso l'auto con la quale il giovane dai capelli color grano si sarebbe allontanato dal parcheggio antistante il bar delle Chioppetelle dopo la discussione con Serena Mollicone. I testimoni parlano di una Lancia Y10 di colore bianco. "C'era l’indicazione di cercare un’auto bianca, ma non si capiva il motivo. Capimmo allora che era quella di Mottola anche trovammo riscontro agli abiti indossati il primo giugno da Mottola, sulla scorta di queste dichiarazioni fu eseguita una ispezione proprio a carico di Marco Mottola. La polizia scientifica esegui il luminol nella Lancia Y10 di Mottola e l’esito fu negativo. Poi il magistrato decise di fare un confronto in Procura tra Marco Mottola e Simonetta Banchi, lei non lo riconobbe, ma era molto nervosa". 

"A questo punto la pista Mottola venne definitivamente ritenuta morta dai Carabinieri e della Procura - ha concluso Pizzo - e io mi concentrai sull'altra pista, quella riguardante Carmine Belli".

E proprio sulle indagini che hanno portato all'arresto del carrozziere di Rocca d'Arce ci sono aspetti che se fossero stati approfonditi in quel tempo certamente avrebbero evitato il carcere ad un innocente. A deporre dinanzi alla Corte d'Assise è stata anche l'amica del cuore di Serena Mollicone, Laura Patriarca che ha ricordato il giorno in cui, insieme a papà Guglielmo, cercarono in tutta casa ma senza trovarlo, il telefono di Serena. "Quel telefono trovato nei giorni successi in casa non c'era quando lo abbiamo cercato - ha ribadito la donna -. Serena inoltre non faceva uso di droghe, era proprio contraria. Aveva principi di legalità in qualunque cosa. Per lei era fondamentale la correttezza nei rapporti, ed era molto buona. Tanto buona. Trovava un animale da curare e lo portava a casa. Non pensava alle malattie che potevano trasmettere. Anche perché Guglielmo amava tanto gli animali".

L'udienza è stata poi aggiornata a venerdì 18 giugno quando a deporre sarà Carmine Belli che dovrà rispondere alle domande sull’avvistamento di Serena la mattina del primo giugno 2001 al bar Della Valle e sull’incontro con il maresciallo Mottola il 2 giugno 2001. In aula che la titolare del bar dovrà ricostruire le fasi dell'avvistamento di Serena e il confronto avuto con Franco e Marco Mottola, padre e figlio di Teano a processo per l'omicidio della ragazza. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Mollicone, i primi sospetti su Mottola e la falsa pista del carrozziere

CasertaNews è in caricamento