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Cronaca Teano

"Serena uccisa da Marco Mottola. Il corpo occultato dal maresciallo e sua moglie"

La requisitoria del pubblico ministero nel processo per il delitto della studentessa

"È Marco Mottola l’autore dell’omicidio di Serena Mollicone ed alla sua individuazione si arriva anche senza la testimonianza di Santino Tuzi". Non ha dubbi il pubblico ministero Maria Beatrice Siravo che dinanzi alla Corte d'Assise di Cassino ha pronunciato la prima parte della sua requisitoria nel processo per il delitto di Serena Mollicone, la studentessa uccisa ad Arce nel 2001, per il quale sono a giudizio per omicidio l'ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, suo figlio Marco e sua moglie Annamaria, tutti di Teano. 

"A darci delle risposte sulla sua morte è stato il corpo di Serena Mollicone - ha proseguito il pm - I frammenti della porta presente all’interno dell’alloggio di servizio dove Serena Mollicone è stata aggredita, sono stati trattenuti dai capelli della vittima. Il filtraggio dei reperti avvenuto nel 2017 presso l’Istituto di medicina legale di Milano ha consentito di individuare importanti frammenti di legno con composti anche di colla che, è cosa nota, non è presente all’interno di vegetali". 

Per la Procura, riferiscono i colleghi di FrosinoneToday, "l'ulteriore prova dell’aggressione avvenuta contro la porta è stata data dal calco del pugno in 3D realizzato con le mani appartenenti agli imputati Marco Mottola e Franco Mottola. Nessuno dei due calchi è compatibile con il foro presente sulla superficie della porta". Poi dopo il delitto, "la notte tra l'1 ed il 2 giugno del 2001 Franco e Annamaria Mottola trasferiscono il corpo di Serena Mollicone nel bosco di Fonte Cupa. A conferma di questo oltre che ai tabulati telefonici anche la testimonianza di un carabiniere che colloca la presenza di Anna Maria Mottola fuori dalla caserma dopo la mezzanotte" ha ricostruito il pm Siravo. Si torna in aula la prossima settimana quando si concluderà la requisitoria del pm con la formulazione delle richieste di condanna. 

Il processo vede come imputate cinque persone: l'ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, tutti e tre accusati di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, l'ex vice comandante della caserma, il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di istigazione al suicidio di Santino Tuzi e concorso esterno morale in omicidio e l'appuntato dei carabinieri, Francesco Suprano accusato di favoreggiamento.

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