Serena Mollicone uccisa da una botta alla testa: il medico legale conferma il giorno del delitto
I Ris evidenziano come le impronte non appartengano a nessuno degli imputati. Furiosi i familiari della studentessa
Serena Mollicone è stata sbattuta contro una porta e non ha avuto modo di difendersi dal suo assassino. Lo ha riferito alla Corte d'Assise di Cassino il professor Ernesto D'Aloja, consulente nominato dalla Procura di Cassino, nelle settimane successive al ritrovamento del cadavere della studentessa uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce e per cui sono a processo con l'accusa di omicidio il maresciallo Franco Mottola, suo figlio Marco e sua moglie, tutti di Teano.
Dagli esami sul corpo di Serena sono emerse ecchimosi solo sul lato contro il quale ha sbattuto la testa. Non ha provato a difendersi tanto è stata repentina la sua morte. Il medico legale, che non ha saputo dare una spiegazione alla sparizione degli organi appartenuti alla donna ed avvenuta nel corso degli anni, ha poi spiegato che Serena Mollicone è deceduta nel primo pomeriggio di venerdì 1 giugno 2001.
Nel corso dell'udienza sono state proiettate le foto scioccanti dell'autopsia. Una scena raccapricciante che ha indotto l'avvocato Dario De Santis, difensore storico della famiglia Mollicone, ad uscire dall'aula in preda alla commozione.
Nel corso dell'udienza è stato poi ascoltato il maresciallo del Ris che ha effettuato il rilevamento delle impronte digitali. Il militare ha confermato che non è stata trovata traccia di nessuno degli imputati. Una circostanza che ha fatto infuriare lo zio di Serena, Antonio, fratello di Guglielmo Mollicone, che ha sollevato il dubbio che anche in questo "possa esserci stato un depistaggio".