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Cronaca Teano

I Mottola scortati fuori dal tribunale: "Sapevamo di essere innocenti"

La famiglia del maresciallo assolta per l'omicidio di Serena Mollicone. La rabbia della figlia del brigadiere: "Mio padre e Serena lasciati soli". Procura preannuncia appello

"Con questa storia non c'entriamo niente e ogni cosa detta contro di noi ci ha feriti, sapevamo di essere innocenti". Così il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola commenta la sentenza di assoluzione nei suoi confronti e nei confronti della moglie Anna Maria e del figlio Marco per l'omicidio di Serena Mollicone, la studentessa uccisa ad Arce (Frosinone) nel 2001. 

Nel tardo pomeriggio di venerdì i giudici della Corte d'Assise di Cassino, presieduta dal giudice Massimo Capurso, hanno pronunciato il proprio verdetto: tutti assolti. Dopo la lettura del dispositivo la famiglia Mottola è uscita dal tribunale scortata tra i tafferugli. Poi in serata la conferenza stampa all'hotel "Il Boschetto" di Cassino, fortemente voluta dal criminologo Carmelo Lavorino che ha assistito la famiglia Mottola. 

La signora Anna Maria, abbracciando marito e figlio, ha esclamato: "Adesso dovete andare a farvi una bella vacanza!". Franco Mottola, già maresciallo dei carabinieri di Arce, ha parlato dell’accusa di depistaggio delle indagini: “Non c’è accusa che mi ha ferito più delle altre". Anche Marco Mottola ha preso la parola: "Non ci piace metterci in mostra, ma stare con le nostre famiglie e i nostri bambini, quanto ci è mancato e volevano e vogliono ancora toglierci. Non vediamo l’ora di andare a casa ad abbracciare i nostri familiari".

Per il criminologo Lavorino con la sentenza di assoluzione ha vinto "la logica, la ragionevolezza e l’onestà intellettuale". Lo stesso Lavorino, poi, ha chiesto alla Procura di rivolgersi a "consulenti molto bravi che possano darci una mano". Il criminologo si dice certo: "Le impronte digitali sul nastro sono la combinazione criminale che ha ucciso Serena Mollicone. Troviamo i produttori e troveremo il soggetto. Persero tempo con Carmine Belli e hanno perso tempo con la famiglia Mottola".

Tanta, invece, la rabbia sul fronte opposto. "Serena si è uccisa? Mio padre si è suicidato, ok. Ma Serena? Mio padre è stato lasciato da solo, ora pure Serena. Guglielmo ha combattuto per Serena e per mio padre per niente. Quelle persone devono parlare se hanno coscienza". La rabbia e la delusione di Maria Tuzi, la figlia del brigadiere Santino, morto suicida sette anni dopo la morte di Serena Mollicone, ha parlato così ai giornalisti all'uscita dal tribunale di Cassino dopo l'assoluzione degli imputati nel processo per la morte della 18enne di Arce.

Intanto, sempre nella serata di venerdì, la Procura di Cassino ha ribatito aver "offerto tutto il materiale probatorio che in questi anni tra tante difficoltà è stato raccolto. La Procura non poteva fare di più". I pm ora attendono "le motivazioni sulle quali si farà un analitico e scrupoloso esame per proporre le ragioni dell'accusa innanzi al giudice superiore". 

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