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Cronaca Teano

Omicidio Mollicone: "Così Mottola ha depistato le indagini"

Le accuse del maresciallo Evangelista: testimonianze non ascoltate e lo spostamento nel tempo dell'ultimo avvistamento di Serena

I depistaggi sulla scomparsa di Serena Mollicone sono iniziati già nel pomeriggio del 2 giugno del 2001 quando il maresciallo Franco Mottola di Teano, all'epoca comandante della stazione dei carabinieri di Arce, nel redigere i verbali non ha tenuto conto delle dichiarazioni di due testimoni: Carmine Belli e Simonetta Bianchi. Lo ha detto dinanzi alla Corte d'Assise di Cassino il maresciallo dei carabinieri Gaetano Evangelista che grazie alle sue informative ha fatto riaprire il caso sull'omicidio della studentessa. 

 "Belli - ha precisato il maresciallo dell'Arma - riferisce della presenza di Serena Mollicone la mattina del 1 giugno davanti al bar della Valle di Fontana Liri insieme ad un giovane a bordo di una una macchina bianca, una Lancia Ypsilon. Simonetta Bianchi, titolare del bar, descrive Serena e la macchina, sempre una Y bianca, con la quale si è poi allontanata. Nei verbali redatti in caserma dal maresciallo Mottola, contrariamente a quanto riferito dai testimoni, viene collocata la presenza di Serena Mollicone presso il bar della Valle nel pomeriggio di sabato (il giorno successivo nda) e sempre secondo il verbale la stessa si sarebbe allontanata in compagnia di un uomo a bordo di una macchina rotta. Nessuno ha approfondito le dichiarazioni dei due testimoni perché quelle dichiarazioni sono state raccolte dal maresciallo Franco Mottola". 

Dopo le accuse lanciate alla scorsa udienza Evangelista oggi ha replicato alle domande dei difensori. Si torna in aula la prossima settimana. 

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