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Cronaca Teano

Omicidio nell'hotel: chiesta perizia psichiatrica per il carabiniere

L'annuncio dei legali all'esito dell'interrogatorio davanti al giudice

Una perizia per valutare le sue condizioni psichiche. E' quanto hanno richiesto gli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli legali di Giuseppe Molinaro, carabiniere 56enne di Teano, accusato dell'omicidio di Giovanni Fidaleo ed il tentato omicidio di Miriam Mignano in un hotel di Suio, zona termale di Castelforte in provincia di Latina. 

Molinaro è stato ascoltato dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ribadendo la ricostruzione già fornita ai carabinieri di Capua poche ore dopo il delitto. Ha spiegato di avere un appuntamento con la ragazza presso l'hotel dove lavorava per un chiarimento. Ma prima ancora dell'orario fissato per l'incontro ha trovato la ragazza nel parcheggio dell'hotel, è nato un diverbio con Fidaleo e a quel punto ha estratto la pistola e ha sparato.

Poi è andato via a bordo della sua Ford Focus raggiungendo Teano dove si è fermato dalla sua psicologa di fiducia. Qui ha confessato l'accaduto prima dell'arrivo dei carabinieri che lo hanno condotto in caserma a Capua. E proprio sull'aspetto psicologico che si è focalizzata l'attenzione nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Come riferito dai colleghi di LatinaToday, Molinaro avrebbe iniziato 3 anni fa un percorso presso il servizio di psichiatria dell'Arma dei carabinieri di Roma. Un percorso che lo aveva portato a una temporanea sospensione dal servizio, con il ritiro della pistola d'ordinanza, a causa di problemi psichici e sintomi depressivi di cui il militare soffriva. Tutto si era concluso nell'arco di circa quattro mesi e al termine della terapia Molinaro era tornato in servizio e rientrato in possesso dell'arma. Da quel momento però, non avendo completamente superato i suoi problemi, aveva continuato privatamente un percorso con una psicologa di fiducia.

Nonostante i disagi tuttavia Molinaro, che era di nuovo in convalescenza per motivi di salute, era in possesso della pistola d'ordinanza e la portava spesso con sé, anche quando non era in servizio. A spiegare la situazione è il suo legale, l'avvocato Giampiero Guarriello, che ha già presentato la richiesta per una perizia psichiatrica: "Era autorizzato a tenere l'arma - sottolinea - perché viveva da solo ed aveva subito diversi furti. Abbiamo chiesto una perizia per valutare però le sue condizioni psichiche e chiederemo all'Arma dei carabinieri di acquisire la documentazione che riguarda il suo percorso di sostegno psicologico e la successiva riabilitazione". 

All'esito dell'udienza di convalida il gip non ha convalidato il fermo ma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare, in cui ha escluso la premeditazione, e ha poi dichiarato la propria incompetenza per territorio, essendo l'episodio avvenuto nel basso Lazio; gli atti verranno ora trasmessi alla competente Procura di Cassino.

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