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Cronaca Marcianise

Amante del boss uccisa, avvocati provano a smontare la ricostruzione della Dda

I difensori hanno chiesto l'assoluzione per Belforte e sua moglie. Rischiano 30 anni e l'ergastolo

Hanno provato a smontare le tesi della Dda invocando l'assoluzione per tutti gli imputati. E' stato questo l'esito delle discussioni degli avvocati Nicola Musone, Massimo Trigari e Dario Vannatiello impegnati nel processo d'Appello per l'omicidio di Angela Gentile, l'amante del boss Domenico Belforte uccisa. La sentenza è in programma a inizio dicembre. 

Per il delitto la Procura Generale in Corte d'Appello ha invocato l'ergastolo per Maria Buttone, moglie del capoclan dei Mazzacane, e 30 anni per lo stesso Belforte. Chiesta la condanna a 6 anni anche per la nuora del boss Alessandra Golino, che risponde di estorsione.

Secondo quanto ricostruito, Angela Gentile era stata per lungo tempo una fiamma di Domenico Belforte. Da lui, nel 1978, aveva avuto anche una figlia. Il boss, tuttavia, non aveva mai "ufficializzato" quella nascita, al punto da non riconoscere la neonata. Nel 1991, quando ormai la ragazza aveva 13 anni, Belforte si era riavvicinato alla Gentile al punto da offrirle anche alcuni contributi di ordine economico ma scatenando, al contempo, le ire della Buttone, sua moglie.

Questa, perciò, pose l’uomo di fronte ad un aut aut: o lo avrebbe lasciato, portando con sé i loro figli, oppure lui avrebbe dovuto assassinare quella donna e occultarne il cadavere; in cambio, avrebbe accettato di crescerne la figlia presso la loro casa. Il tragico epilogo della vicenda segnò la scelta del ras il quale, consumato il delitto, occultò il cadavere dell'amante in un sito ancora oggi ignoto. Allo stesso tempo, la Buttone tenne fede al patto, accogliendo la bambina presso casa “Belforte”. 

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