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Cronaca

Ucciso nella movida, consulenti difesa puntano l'indice sui soccorsi: "Lesione non era mortale"

I periti nominati dal difensore dell'imputato ricostruiscono il decesso di Gennaro Leone: "Rischiava di perdere un arto ma non di morire"

"Poteva perdere un arto. Ma con quel tipo di lesione la possibilità di morte è prossima allo zero". Lo hanno confermato i due consulenti - un chirurgo vascolare ed un medico legale - della difesa nel corso del processo per l'omicidio di Gennaro Leone, il 18enne di San Marco Evangelista ucciso da una coltellata alla coscia nell'agosto dell'anno scorso in via Vico a Caserta. 

Nel corso dell'ultima udienza del processo a carico di Gabriel Ippolito, 20 anni di Caivano imputato per il delitto, i due periti nominati dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Angelo Raucci e Michela Ponticelli, hanno sostanzialmente confermato le conclusioni a cui era giunto, alla scorsa udienza, un altro consulente della difesa. In particolare per il chirurgo una lesione ad un'arteria come quella che avrebbe provocato la morte del povero Gennaro non sarebbe stata così grave da provocare il decesso. Anzi. Per il medico la possibilità di morte è prossima allo zero. 

Per i due medici, Gennaro poteva perdere un arto ma non morire come poi accaduto. Per i consulenti il 18enne andava operato d'urgenza: "così si sarebbe salvato", hanno confermato in Corte d'Assise ribadendo che l'operato dei medici al pronto soccorso di Caserta sia stato non idoneo a salvare la vita al giovane. Si torna in aula fra una settimana. Al processo i familiari di Gennaro Leone si sono costituiti parte civile con l'avvocato Alfredo Plini mentre il Comune di Caserta si è costituito con l'avvocato Carolina Mannato. 

Gennaro Leone, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, venne accoltellato ad una gamba da Gabriel Ippolito durante una lite per futili motivi. Uno sguardo di troppo, le parole che diventano grosse, le minacce ed infine il fendente che gli recise l'arteria femorale. Dopo l'accoltellamento rimase a terra, in via Vico, nel cuore di Caserta, venendo soccorso prima da alcuni passanti, poi la corsa in ospedale dove purtroppo il suo cuore smise di battere qualche ora più tardi. 

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