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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Pastorano

Ucciso con 30 coltellate la sera di Pasqua: al via il processo per l'amico killer

Ammessa la costituzione delle parti civili ma cambia già un giudice

Ammesse le costituzioni di parte civile ed i mezzi di prova. Riprenderà a gennaio dinanzi ad una rinnovata composizione della Corte d'Assise con un nuovo giudice a latere (il giudice Alessandro De Santis è stato assegnato ad altro incarico) il processo a carico di Ihor Varvarchyn, 49enne ucraino, accusato dell'efferato omicidio dell'amico e connazionale Pavlo Zaporozhets, di 47 anni, consumatosi la sera di Pasqua all'interno di un container sito nel Nuovo Village Dog in località Canale a Pastorano.

Dinanzi alla rinnovata Corte d'Assise ci sarà, quindi, l'apertura dell'istruttoria dibattimentale e come richiesto del Sostituto Procuratore Valentina Bifulco verrano escussi i testi di polizia giudiziaria che intervennero la sera del sanguinario delitto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Capua, i due connazionali avevano deciso di festeggiare insieme Pasqua nel container sito all'interno del Nuovo Village Dog di Pastorano dove Ihor Varvarchyn  assurgeva al ruolo di tuttofare. Complice l'alcol riemersero vecchi rancori e tra i due nacque un diverbio degenerato nel sangue.

Pavlo venne prima tramortito con una padellata alla testa da Ihor, cadde a terra e mentre era in posizione prona venne colpito da 30 fendenti con un coltello da cucina con lama monotagliente da 10 centimetrisu tutto il corpo. I fendenti si concentrarono all'addome e al torace. Alcune coltellate provocarono la lesione del lobo inferiore del polmone sinistro e la lesione della parete cardiaca in corrispondenza del ventricolo sinistro. Lesioni quest'ultime che provocarono alla vittima uno shock ipovolemico di natura emorragica che portò ad una insufficienza cardiaca acuta e ciò ne determinò il decesso.

Ihor, ancora coperto del sangue dell'amico ed in preda ai fumi dell'alcol, si allontanò dal luogo del delitto vagando in strada. Alcuni passanti avvistarono nel buio la sagoma insanguinata dell'omicida ed allertarono il 112. L'assassino venne rintracciato dai carabinieri e tratto in arresto per omicidio volontario aggravato. È recluso presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. I familiari della vittima costituitisi parti civili sono difesi dagli avvocati Francesco Parente e Debora De Maio. L'imputato è difeso dall'avvocato Giulia Tescione.

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