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Cronaca

Bugie ai giudici per coprire i killer del clan, resta in cella

Buonomano ha reso una confessione "parziale e menzognera" sull'agguato di Michele Borriello

Una confessione parziale e menzognera per coprire gli altri partecipi all'agguato di camorra, quello di Michele Borriello, avvenuto a Vitulazio nel 1992. Resta in carcere Domenico Buonomano, 62 anni, della fazione dei Casalesi guidata da Antonio Abbate, oggi collaboratore di giustizia.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal difensore di Buonomano confermando la decisione del Riesame che ha vidimato la misura cautelare in carcere. Per i giudici ha pesato notevolmente "la confessione parziale e in parte menzognera" da parte di Buonomano.

In particolare, il killer "aveva accusato i collaboratori di giustizia (uno dei quali già condannato definitivamente) e mentito sugli altri correi, dimostrando di essere ancora pienamente immerso nella logica del clan". Alla luce di ciò, "la mancanza di informazioni su una possibile rottura dei legami con la criminalità organizzata da parte di Buonamano viene, infatti, affiancata ad una condotta positiva ed eloquente di vicinanza al clan camorristico e alla logica del gruppo che permea i partecipi", si legge nella sentenza. Per questo il ricorso è stato respinto.

Borriello venne ucciso mentre si trovava nei pressi di un noto locale di Vitulazio, venendo attinto da 11 colpi di arma da fuoco. Un agguato di camorra in cui rimase gravemente ferito anche un altro giovane che riportò danni fisici permanenti.

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