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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Casal di Principe

Omicidio Amato, il pentimento di Walter Schiavone apre nuovi scenari dopo 22 anni

Vargas indica il figlio di Sandokan presente quella sera in discoteca. Della Gatta ucciso per 'coprire' il rampollo

C'è una cosa su cui può fare davvero luce Walter Schiavone, il secondogenito del capoclan Francesco Sandokan che ha seguito le orme del fratello maggiore Nicola iniziando a collaborare con la giustizia: raccontare la verità sull'omicidio di Carlo Amato, ucciso in una discoteca a Santa Maria Capua Vetere nel corso del Mak P di un liceo della città del Foro. 

Secondo diversi collaboratori di giustizia, infatti, Walter Schiavone sarebbe stato presente quella sera di marzo del 1999, essendo addirittura tra gli organizzatori della festa studentesca. E proprio in seguito ad una lite con il figlio di Sandokan che sarebbe scaturito l'omicidio. A riferirlo è un esponente di primo piano dei Casalesi, Roberto Vargas. Le sue dichiarazioni sono finite nel fascicolo per un altro omicidio, quello di Michele Della Gatta per il quale sono sotto processo i boss Michele Zagaria ed Antonio Iovine (quest'ultimo collaboratore di giustizia) e Vincenzo Schiavone "Petillo", che procederanno in abbreviato ma le cui posizioni possono cambiare proprio alla luce di eventuali dichiarazioni del figlio di Sandokan sul caso.

Vargas ha riferito che Amato fu ucciso da Della Gatta che "era intervenuto ed aveva dato una coltellata al figlio di Salvatore Amato (ras di Santa Maria Capua Vetere ed oggi collaboratore di giustizia nda), uccidendolo". Ma "aveva ucciso il ragazzo non per un suo interesse ma per difendere i figli di Schiavone", in particolare Walter. Anzi, aggiunge Vargas, Walter ed un altro suo parente "avevano partecipato con lui all'omicidio. Mi disse (Della Gatta nda) che loro erano stati i primi a colpire l'Amato e poi lui era intervenuto solo in un secondo momento". 

In relazione all'omicidio Amato su Della Gatta già pendeva un ordine di arresto. I capi del clan temevano che potesse parlare, fare il nome di Schiavone e cominciare una faida con gli Amato. Per questo si decise di eliminarlo. Un capro espiatorio perfetto, una testa calda che "era già destinata a morire", ha spiegato Iovine. Ora, con il pentimento di Walter Schiavone ed a 22 anni dal delitto di Carlo Amato, la verità potrebbe venire finalmente a galla con la chiusura di un cerchio. 

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