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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

La nuova vita del nipote del boss tra musica e dirette Facebook

Arrestato e condannato, poi ha iniziato a collaborare con la giustizia. "Prima mi salutavano per paura, ora voglio una nuova vita"

Un passato difficile perché il sangue non è certo acqua ed a volte, negli ambienti mafiosi, la famiglia può pesare come un macigno portando a scegliere la strada sbagliata. 

Ma oggi il ruolo della "famiglia", inteso come nucleo d'onore e di potere, sembra essere meno forte. Ci sono pentimenti eccellenti, ultimo quello di Nicola Schiavone, erede del capoclan Francesco Sandokan, i boss che muoiono come Luigi Venosa, alias Giggino o Cucchiere, che fanno vacillare gli equilibri del clan. 

Ma la "famiglia" barcolla solo nelle aule di giustizia o di fronte alla morte. Vacilla pubblicamente, sulla piazza virtuale di Facebook. E così che sui social network ci si imbatte nel nipote, oggi collaboratore di giustizia, di un boss dei Casalesi che rinnega la camorra.

Rinnega la sua vita passata e gli errori commessi perché "il sangue è il sangue e la famiglia è la famiglia. Purtroppo il sangue mi ha chiamato a fare un dovere che non mi è mai appartenuto".

Il vento sembra essere cambiato e tra dirette e canzoni neomelodiche lascia il suo testamento. Invita altri a seguire la strada della collaborazione con la giustizia: "tutti la strada per salvarsi la conoscono. Le mani non te le viene a battere nessuno in casa tua. Io rispetto chi ha la forza di stare in 3 metri per 2 tutta la vita" ma il silenzio non porta a nulla perché "la famiglia è come una casa e se cade un pilastro trema tutta la casa". 

Ripete come un matra la stessa frase il nipote del boss: "Non ho paura" ... "non ho paura di nessuno" per la scelta fatta. "Mi vengano a dire le cose in faccia", ripete. "Pensate a quanti bambini stanno morendo, a quanti ragazzi che vivevano di quel protagonismo stanno abbandonati al 41bis, condannati a 30 anni di carcere con le mogli che vanno a lavare le scale. E allora chi è l'infame?".

Ed alla fine il suo desiderio di "tornare al paese" prendere il caffé al bar in piazza ed "essere salutato con il cuore. Prima mi salutavano per paura - conclude - Oggi voglio essere salutato solo per quello che sono".

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