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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Capua

Neonata morta, Procura alza bandiera bianca: "Assolvete i medici"

Il pubblico ministero ha chiesto di scagionare i due ginecologi e l'ostetrica

Assoluzione perché il fatto non sussiste. È stata questa la richiesta formulata da Sostituto Procuratore Simona Faga nel corso dell'ultima udienza tenutasi dinanzi al giudice monocratico Alessandra Cesare, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel processo a carico dei due ginecologi, Felice Foresta e Rosa Di Meo, e dell'ostetrica Roberta Merola in servizio presso la clinica Villa Fiorita di Capua imputati di omicidio colposo.

Nel corso dell'udienza hanno preso poi la parola i legali delle costituite parti civili gli avvocati Vincenzo Cortellessa e Mario Palmirani che nelle loro arringhe hanno richiesto la penale responsabilità degli imputati oltre che il risarcimento del danno evidenziando quanto le condotte poste in essere dagli imputati sottendessero un profilo di negligenza non conformandosi alle linee guida indispensabili nella fase finale del parto (auscultazione del battito fetale ogni 5 minuti) e del criterio della comune prudenza. Si torna in aula per le discussioni dei difensori degli imputati Carlo Perrotta e Paola Santantonio nonché del responsabile civile Davide Pascarella

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre sanitari non avrebbero  correttamente espletato le procedure necessarie per addivenire al parto non scongiurando così la morte della neonata. Era il 3 ottobre del 2015 quando una giovane coppia rumena ma residente a Teano si recò in clinica per dare alla luce la loro primogenita mediante un parto naturale.

La partoriente venne messa in sala travaglio monitorata mediante tracciato. Alle 12,07 il tracciato cominciò a segnalare dei 'picchi anomali' (3)che secondo quanto chiarito dai superperiti si trattava semplicemente di un errato posizionamento delle manopole per il tracciato.La bimba a cavallo tra due turni nacque alle 15,10 priva di vita. Nel corso del dibattimento sono emersi alcuni punti 'dubbi' come l'indisponibilità del tracciato ed i picchi non anomali a parere dei sanitari giacché il tracciato evidenziava una frequenza cardiaca del feto 'perfetta'.

Per gli imputati i picchi evidenziati nel tracciato non erano ravvisabili come preludio di  anomalie ma semplici errori di posizionamento delle manopole. Il battito fino a qualche minuto prima dell'espulsione del feto era presente. È emerso dalle dichiarazioni dei consulenti tecnici di parte una benessere fetale fino al giorno antecedente al parto poi in sala parto si sarebbe verificato l'evento imprevedibile che avrebbe provocato l'ipossia ossia la ridotta ossigenazione materno fetale decretando così la morte della neonata.

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