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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Aversa

Scalatore casertano muore dopo volo di 300 metri

Era arrivato quasi alle cima dei 2200 metri quando è caduto sotto gli occhi dell'amico: inutili i soccorsi

Francesco Luiso, 33 anni di Aversa, ha perso la vita precipitando in un canalone per 300 metri. Era un alpinista, si trovava su 'La Grigna', una montagna che purtroppo ha reclamato la vita di questo giovane che la stava scalando insieme ad un amico moldavo. Francesco era residente a Milano per lavoro visto che era un funzionario dell’Agenzia dell’entrate e dirigente sindacale. Stava risalendo il canalone di Sinistra a Pasturo in provincia di Lecco quando a 2.200 metri di quota, quasi in cima, è scivolato inghiottito dal baratro sotto gli occhi del compagno che ha subito chiesto aiuto. Da terra si sono subito messi in marcia i tecnici del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone e di Lecco, mentre dalla base di Villa Guardia sono decollati i soccorritori dell’eliambulanza di Areu di Como, che hanno individuato e recuperato il corpo di Francesco.

Come racconta 'Il Giorno', il 33enne non era sprovveduto, nemmeno imprudente. Come al solito aveva pianificato l’uscita con molta attenzione. "Qualcuno mi saprebbe dire le condizioni attuali del canale di Sinistra del Grignone?", aveva chiesto giovedì sulla pagina Facebook che riunisce gli appassionati del Grignone. Era un escursionista esperto, attrezzato, scalava sul ghiaccio e conosceva bene tutte le montagne della zona che frequentava spesso. È morto per una fatalità, pagata a prezzo troppo alto.

A Milano lavorava alla Direzione provinciale II dell’Agenzia delle Entrate, che dalla sede di via Ugo Bassi si è trasferita in piazza Stuparich. "Una persona molto sensibile e intelligente, con un amore smisurato per la natura e la montagna – lo ricorda la collega Dafne Anastasi, in lacrime –, e un grande senso delle istituzioni. Esperto di diritto".

"Una tragedia. Non ci sono parole per descrivere il mio stato d’animo", dice Massimiliano Sgroi, segretario regionale lombardo della Federazione Confsal-Unsa. Su Facebook si dice "incredulo, affranto e attonito. Francesco era un ragazzo intelligente e affabile, un collega serio e un amico leale. La federazione, che lo ha avuto giovanissimo e appassionato dirigente sindacale, si stringe in un forte abbraccio alla famiglia e ai colleghi".

Un amico lo ricorda invece così sui social: "Troppe le serate, troppi i ricordi, troppe le parole, i sogni e i progetti scambiati negli anni. Eri più di un amico, un fratello minore con la "capa gloriosa". Siamo tutti sconvolti. Non ho parole, non riesco né a piangere, né a trovare le parole giuste, e neanche quelle sbagliate. Sembra un film sbagliato, un incubo da cui non ci si sveglia, una realtà parallela fatta male. Pensavo di urlare, arrabbiarmi disperato, e invece è tutto silenzio, spento. Una lampadina che illuminava una parte di cuore si è spenta, per sempre, e con essa ciò che illuminava. A volte ti adombravi ed altre andavi a mille all'ora, senza pensare. Avevi mille progetti e mille speranze. Sapevi di vita. Il vuoto in cui sei caduto è lo stesso in cui ci hai lasciato. Da oggi siamo tutti più poveri e più tristi. Che la terra, le montagne, le spiagge, i mari ti siano lievi". 

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