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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Detenuto morto dopo i pestaggi in cella, la salma non si trova. Interrogazione al Ministro

Il deputato Magi evidenzia il giallo in una richiesta a Cartabia: autopsia senza consulente della persona offesa

Che fine ha fatto il corpo di Lamine Hakimi, il detenuto vittima dei pestaggi del 6 aprile del 2020 e poi morto il 4 maggio al carcere di Santa Maria Capua Vetere? E' questa la domanda che pone il deputato Riccardo Magi, del gruppo +Europa, in un'interrogazione a risposta scritta alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia

Magi ricorda come Lamine fu uno dei detenuti che il 6 aprile venne "prelevato dalla cella e picchiato da diversi agenti lungo il percorso verso il reparto Danubio. Stando alle testimonianze dei detenuti che hanno assistito alle violenze, Hakimi avrebbe subito dagli agenti calci in bocca, pugni, bastonate e manganellate, e l'aggressione sarebbe continuata anche nell'area passeggio denominata: 'Il fosso'". 

Dopo i pestaggi Lamine venne messo in una cella d'isolamento, prima condivisa con un altro detenuto e poi presso la cella 19 del Reparto Danubio. Durante il periodo, dal 6 aprile al 4 maggio, Lamine Hakimi "avrebbe richiesto più volte la presenza fissa di un piantone e lamentato forti dolori alla nuca", evidenzia Magi. Il 4 maggio il giovane algerino morì. Aveva appena 28 anni.

Venne disposta l'autopsia ma non risulta se alla stessa abbia partecipato un difensore della persona offesa. Inoltre, dopo gli accertamenti la salma è stata rimpatriata. Con quali modalità? A chi? Interrogativi per i quali si attende la replica del Ministero. 

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