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Cronaca Marcianise

Addio allo storico titolare del primo ristorante in città

Si è spento a 92 anni Salvatore Mezzacapo della Lucciola. Il ricordo commosso del sindaco

Marcianise dice addio allo storico titolare del ristorante "La Lucciola", tra i primi della città. Si sono celebrati oggi i funerali di Salvatore Mezzacapo, 92 anni, deceduto nella mattinata di ieri, giovedì 14 luglio. 

A riconoscergli il giusto tributo è stato il sindaco di Marcianise Antonello Velardi che ricorda il ristorante di via Fuccia quale "parte della storia della comunità non foss'altro perché lì si sono celebrati matrimoni, battesimi, comunioni e feste che hanno interessato tutte le famiglie, di ogni tipo e di ogni estrazione. Un simbolo e un riferimento, il luogo della buona cucina ma, soprattutto, il luogo della convivialità: non solo cibo, ma anche musica e pure di un certo livello", ricorda il primo cittadino.

"Molto creativo, molto curioso, molto attivo, Salvatore cominciò i lavori nel 1963 ed aprì l'anno successivo, in via Fuccia, in quella parte di Marcianise verso il vecchio macello dove la città si diradava, circondata dalla campagna. Trent'anni di attività, migliaia di cerimonie, un punto fermo. Ma anche un incubatore di idee: lì nacque un gruppo musicale, che si chiamò "Le lucciole" in omaggio al locale, composto da giovani marcianisani appassionati di musica, che Salvatore aiutò a creare e a far crescere. Nel mentre, aprì anche una pizzeria, dall'altra parte della città, in viale Europa: la dimostrazione di un piglio imprenditoriale non comune. Poi nel 1993 la decisione di chiudere, quando capì che difficile se non impossibile era il ricambio generazionale. E volle affidare un significato anche all'epilogo: la "Lucciola" chiuse ospitando, come ultima cerimonia, il matrimonio del nipote Salvatore", oggi titolare della merceria ereditata dal padre. 

Mezzacapo, dopo la pensione, tornò al suo vecchio amore: il restauro dei mobili. "Se ne è andato a luglio, nel mese delle cerimonie, il mese che per il suo amato ristorante era di superlavoro. A lui un'affettuosa carezza, ai familiari (in particolare ai figli Ciro, Antonietta, Eduardo e Raniero) le condoglianze mie e della città. L'ultimo figlio volle chiamarlo Raniero perché aveva visto e sentito un cantante che secondo lui avrebbe avuto un grande successo, Massimo Ranieri. Anche questo capì prima degli altri: stava avanti, ma molto avanti", conclude Velardi.

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