Morto il detenuto in carrozzina preso a manganellate in carcere

Quando è uscito dal carcere di Santa Maria Capua Vetere ha raccontato, in interviste televisive, l'orrore vissuto all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere durante la mattanza del 6 aprile del 2020. E il frame che lo vedeva protagonista è tra i più violenti: un detenuto in carrozzina colpito da una manganellata alla testa. A distanza di due anni dai fatti Vincenzo Cacace si è spento in casa, dove era tornato per fine pena. A confermarlo è il garante per i detenuti di Napoli Pietro Ioia. "Apprendo dai familiari la morte di Vincenzo Cacace, l'uomo sulla carrozzella del carcere di Santa Maria Capua Vetere". Cacace sarebbe morto per complicazioni insorte in seguito ad un ictus. 

Sul fronte giudiziario, intanto, nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame di Napoli ha revocato la misura dell'obbligo di dimora per i poliziotti penitenziari Gaetano Manganelli, Giacomo Golluccio e Angelo Iadicicco (difesi da Giuseppe Stellato), imputati nel processo a carico di agenti e funzionari del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap) per i pestaggi e le violenze a carico dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. In precedenza i giudici partenopei avevano revocato la stessa misura per il 49enne agente penitenziario Raffaele Piccolo (difeso da Mariano Omarto), mentre il Gup di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D'Angelo, davanti al quale è in corso l'udienza preliminare che deciderà sul rinvio a giudizio di 106 imputati tra poliziotti e funzionari del Dap (altri due hanno scelto la strada dell'abbreviato), aveva disposto la revoca dell'obbligo per gli agenti Francesco Vitale (difeso dall'avvocato Roberto Barbato), Rosario Merola, Oreste Salerno e Raffaele Piccolo di 58 anni, assistiti da Angelo Raucci, e per gli agenti, difesi dagli avvocati Carlo De Stavola, Alessandro Biondi, Gabriele Pancaro, Gennaro Loffreda, Antonio Di Domenico, Pasquale De Filippo, Felice Savastano, Michele Vinciguerra.