E' di un docente il corpo carbonizzato: la Procura indaga per omicidio
Procedono a ritmo serrato le indagini, si stringe il cerchio sul presunto responsabile
È di Pietro Caprio insegnante di scienze motorie di 58 anni di Cellole in servizio a Minturno e socio di una cooperativa di salvataggio attiva sul Litorale Domizio ,il corpo carbonizzato ritrovato a bordo di una Dacia Duster vecchio modello in prossimità della Pineta di Cellole in località Pietre Bianche nella tarda mattinata di sabato 4 novembre.
I resti anneriti dell'uomo portati all'istituto di medicina legale di Caserta e comparati con gli impianti dentari e protesi ossee del figlio dell'intestataria della vettura, una donna di 83 anni di Cellole, di cui si erano perse le tracce, hanno dato esito positivo. Il professore cellolese è la vittima dell'efferato delitto. Si erano perse le tracce del docente dal tardo pomeriggio del 3 novembre quando è stato inviato un ultimo messaggio alla presidente della cooperativa balneare di cui era socio per incontrarsi di lì a poco. Incontro che non c'è mai stato perché il 58enne presumibilmente era già stato assassinato.
Anche l'anziana madre lo attendeva per cena e purtroppo non ha più visto suo figlio. È stato aperto un fascicolo d'inchiesta per omicidio dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere dove le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Chiara Esposito e condotte dai carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca e del nucleo investigativo di Caserta. Gli inquirenti sono risaliti ad una rosa di sospettati e le indagini si sono concentrate su una persona. Da quel che si apprende è che il movente dell'omicidio sia legato al 'grosso movimento di soldi' gestito da Di Caprio grazie alla società di cui era partecipe tanto da consentirgli di elargire 'prestiti' . Intanto all'istituto di medicina legale si stanno effettuando ulteriori esami per stabilire se Pietro Caprio fosse già privo di vita al momento in cui la Dacia Duster prendeva fuoco o fosse semicosciente ma intrappolato nell'abitacolo dal suo assassino giacché l'auto era chiusa. Il 58enne giaceva al posto di guida a bordo della Dacia Duster completamente annerita e con parte dei vetri infranti a causa dell'incendio quando è stato ritrovato da un pescatore che ha allertato i soccorsi. La pioggia torrenziale di questi giorni ha evitato che il rogo coinvolgesse il canneto in prossimità del quale è stata fatta la macabra scoperta nella tarda mattinata del 4 novembre.